Contaminazione tra il cinema giovanilistico e le saghe cavalleresche, Il destino di un cavaliere è un film fragile e inutile, che, però, riesce a divertire a sprazzi nella sua prevedibilità. Il più grande limite è quello della lunghezza eccessiva (due ore e dieci) per una sorta di versione medioevale di Driven dove al posto delle macchine ci sono i tornei tra cavalieri, trasformati in una sorta di Formula 1 del tredicesimo secolo. Spettacolare dal punto di vista della realizzazione, Il destino di un cavaliere, nonostante il titolo berlusconiano, è un film che presenta qualche appeal. Da un lato la colonna sonora rock crea una piacevole contaminazione a livello subliminale tra quello che significava essere giovani allora ed oggi, mentre dall'altro canto, gli attori - pur nella prevedibilità dei loro ruoli - sono tutti simpatici e convincenti, a partire dal protagonista Heath Ledger, ex figlio cinematografico di Mel Gibson ne Il patriota proseguendo per il "gangster no.1" Paul Bettany. Purtroppo tra panzane storiografiche e scivoloni storici perfino nel linguaggio (ad un certo punto si parla di "indorare la pillola" e di vedere le cose "in diretta"...), Il destino di un cavaliere sommerge di un'eccessiva ridondanza una storia esile e lineare con tanto di previsti colpi di scena. Troppo ibrido per definirsi riuscito...