New York, anno 2023. Da sei mesi è stato introdotto un sofisticato sistema di identificazione attraverso il DNA. Ogni angolo della città è sorvegliato. Non servono più chiavi, carte di credito, biglietti da visita. E non esiste più il crimine, al prezzo di una "piccola" rinuncia sulla privacy. Il sistema perfetto, se non fosse che all’improvviso iniziano a comparire identità doppie – corrispondenti alla stessa persona – in luoghi diversi della città. La polizia si attiva subito...
E per scoprire come finisce, bisogna prendersi quindici minuti e godersi Plurality, pubblicato da qualche giorno su Youtube e Vimeo. Un po' 1984, un po' Terminator (scoprirete perché...), un po' Minority Report, il corto racconta l'ennesima storia distopica su un futuro dove lo Stato ha raggiunto il totale controllo sull'individuo grazie alla tecnologia, che apparentemente rende la vita più semplice (basta porgere il dito per pagare, per far partire la macchina, per aprire la porta), ma nella sostanza rimuove gli spazi per la libertà individuale. E lo fa all'istante, per chi sceglie di superare la sottile linea del confine.
Plurality è il risultato di due anni di lavoro di due giovani americani: Dennis Liu, regista esordiente che si è formato nella palestra dei video musicali e della pubblicità, e Ryan Condal, sceneggiatore al suo esordio assoluto. Sebbene non si segnali per originalità dei temi, il corto racconta con ritmo una storia ben costruita, dove non manca il colpo di scena finale.
Curati nel dettaglio gli effetti speciali, ovviamente in computer grafica, il cui contributo è fondamentale per rendere l'atmosfera oppressiva che si respira in questa New York del futuro. E, come spesso accade, un buon prodotto viene subito premiato: pubblicato il primo ottobre, Plurality su Youtube corre verso le 200.000 visualizzazioni. Buona visione.
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