Non mancano sul mercato italiano anche tentativi di importare quasi tout court riviste americane all’epoca molto in voga, come Fantascienza (novembre 1954 per 7 numeri) della Garzanti, un editore importante che prova la carta della science fiction, rivista che è la versione italiana di The Magazine of Fantasy and Science Fiction o Galaxy (giugno 1958 - maggio 1964, per complessivi 72
Il decennio dei Sessanta segna un piccolo boom dell’editoria di fantascienza, con l’apparizione di pubblicazioni che resteranno nella storia. Intanto Monicelli abbandona Urania, un po’ per i continui contrasti con lo zio Arnoldo Mondadori, un po’ per problemi di salute. Dopo una breve reggenza di Andreina Negretti della redazione, arriva Carlo Fruttero che insieme a Franco Lucentini curerà la rivista fino al 1985. I due scrittori svecchiano i gusti del lettore italiano, proponendo non solo testi che sono al limite della fantascienza, ma anche vere e proprie antologie o romanzi fantastici, proponendo di volta in volta autori anglosassoni e non solo di primissimo piano. Un nome su tutti: James G. Ballard. Purtroppo, però, i due curatori chiudono definitivamente le porte agli autori italiani che in precedenza avevano comunque trovato ospitalità, talvolta con pseudonimo americaneggiante talvolta con il proprio nome italiano. L’ultimo autore ad essere pubblicato e Franco Enna (pseudonimo dello scrittore siciliano Franco Cannarozzo) con L’astro lebbroso (numero 73, 10 marzo 1955); il lettore italiano dovrà attendere più di trent’anni per leggere sulla testata mondadoriana un altro autore italiano (per la cronaca Vittorio Catani con Gli universi di Moras, n. 1120 del 9 febbraio 1990).
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