Bond scopre una vittima di Auric Goldfinger
Bond scopre una vittima di Auric Goldfinger
Missione Goldfinger, il quarto film della serie, del 1964 è considerato da molti critici il perfetto esempio di questo schema. Oltre a guidare la  DB5 ipertecnologica, Bond si troverà quasi ucciso da un avveniristico “laser industriale”, e i mezzi con cui Auric Goldfinger vuole attuare il piano di rendere radioattive le riserve auree di Fort Knox sono decisamente fantascientifici, dal gas soporifero, incolore e inodore, in grado di addormentare centinaia di migliaia di persone tutte d'un botto, all'ordigno nucleare tascabile. L'esigenza di maggiore spettacolarità porterà a iperboli sempre maggiori, tanto che dopo le apoteosi tecnologiche e fantascientifiche di Thunderball e Si vive solo due volte (dove per poco Bond non viene spedito nello spazio!), il successivo Al servizio segreto di Sua Maestà (1969, l'unico interpretato da George Lazenby, di assimilabile alla fantascienza ha solo le tecniche di ipnosi subliminale con le quali Blofeld plagia le sue ignare agenti dell'ennesimo complotto di estorsione globale. Anche nel film il numero di gadget è inferiore alla media. Nel temporaneo ritorno di Connery, in Una cascata di diamanti (1971), Bond sventa l'ennesimo complotto di Blofeld che ha costruito un fantascientifico cannone laser orbitale, nel quale i diamanti convogliano potenti raggi che colpiscono la superficie terrestre provocando devastazioni e morte, precursore dei cannoni spaziali ipotizzati da Ronald Reagan, L'inizio dell'era Roger Moore, con Vivi e lascia morire (1973), vede un tranquillo ritorno a spy story verosimili, con massima concessione alle iperboli relegata a una vasca piena di squali nella sede del cattivo, che però alla fine è un banale spacciatore di droga, sia pure molto bene attrezzato. La risalita verso il fantastico riprende con L'uomo dalla pistola d'oro (1975), non solo perché il cattivo Scaramanga è interpretato dall'iconico Christopher Lee, ma perché questi dispone nel suo arsenale di un dispositivo ad energia solare che la tecnologia attuale non ha ancora realizzato. Non possono non dirsi fantascientifici la quantità di gadget ed espedienti narrativi presenti in La spia che mi amava del 1977. Dalla Lotus Esprit capace di trasformarsi in un sottomarino, alla moto d'acqua (che all'epoca non esisteva), alla petroliera con la quale il malvagio Stromberg ruba i sottomarini nucleari statunitensi e sovietici, alla base sottomarina di questi, le cui tecniche costruttive sfiderebbero la tecnologia moderna, se realizzata oggi.
Moonraker, il vero FantaBond
Moonraker, il vero FantaBond
Mentre era in lavorazione il titolo numero 11 della serie, Solo per i tuoi occhi, un film fantastico divenne campione d'incassi. Si trattava di Guerre Stellari. Il successo strepitoso del film di Lucas motivò il produttore del franchise bondiano, Albert Broccoli, a cambiare il progetto in corsa, mettendo in cantiere un libero adattamento del terzo romanzo della serie di Fleming, Moonraker: ;;;;il grande slam della morte, del quale, com'è stato per tutti gli adattamenti bondiani, è rimasto poco o nulla nel film definitivo.

Si trattava a tutti gli effetti di uno sconfinamento nell'autentica fantascienza per Bond, dal teaser iniziale di cui ho già parlato, a Bond che nel film rivelava doti di provetto astronauta, capace di inseguire il suo nemico nello spazio, nonché capace di mettere in atto le sue doti amatorie anche a gravità zero.

Nel film l'antagonista, non memorabile, si chiamava Hugo Drax, mentre nella leggenda è rimasto il killer Squalo, interpretato da Richard Kiel, che si era scontrato con Bond anche nel precedente titolo della serie, il già nominato La spia che mi amava.

Il film uscì nel 1979 e incassò tantissimo, conseguendo quello che all'epoca era il primato della serie, mentre For Your Eyes Only fu prodotto successivamente nel 1981, come Bond numero 12 e dopo l'apoteosi di Moonraker, il franchise sconfinò in quella occasione in toni quasi da commedia.

Anche Octopussy, del 1983, si mantenne sui toni molto più realistici, mentre nello stesso anno uscì Mai dire mai, un remake non ufficiale di Thunderball, interpretato da Sean Connery. Gli elementi che potevano apparire fantascientifici negli anni Sessanta, negli anni Ottanta erano ormai ampiamente plausibili, anche se il film era abbastanza spettacolare, pur se non memorabile.