Questa è una storia visuale dei vincitori del Premio Hugo nella categoria Artista professionista. Il Premio Hugo viene assegnato dal 1953, ma la categoria Artista professionista è stata introdotta solo nel 1955. Da allora sono stati insigniti del premio diciassette artisti (diciotto se si conta la coppia Leo e Diane Dillon come due individui, ma loro si considerano indivisibili, pur essendo entrambi artisti incredibili). Ed è una lista davvero straordinaria.

Due settimane fa io sono entrato a far parte di questa lista. Dopo aver messo assieme questo gruppo di immagini il primo pensiero è stato “devo tornare subito al lavoro e migliorare!” E quello successivo: “mi sembra ancora un sogno”.

Frank Kelly Freas: la gran parte del suo lavoro aveva un tocco brillante che faceva impazzire legioni di fan, ma non lo troviamo in questa opera, che fu disegnata per il racconto Le verdi colline della Terra di Robert Heinlein, e che è una delle mie preferite di Freas. Ha vinto l’Hugo nella categoria artista professionista ben dieci volte (1955, 1956, 1958, 1959, 1970, 1972, 1973, 1974, 1975 e 1976).

Ed Emshwiller: questa è la copertina del numero di giugno 1960 di Fantasy & Science Fiction. Emsh era un maestro del bizzarro, e questa è un’illustrazione tipica per l’epoca anche se ancora oggi è in qualche modo perturbante. Ho avuto l’onore di presentare la sua entrata nella Science Fiction Hall of Fame nel 2007. Ha vinto l’Hugo in questa categoria quattro volte (1960, 1961, 1962 e 1964) e ne ha vinto un altro come “miglior copertina” (ex aequo con Hannes Bok) nel 1953, prima che la categoria Artista professionista fosse introdotta.

Roy Krenkel: ha disegnato molte copertine di Tarzan amatissime dagli appassionati di fantascienza e fantasy, ma personalmente trovo più memorabili i suoi disegni a china. Non ho mai saputo di nessun artista che non amasse ciò che Krenkel sapeva fare con questa tecnica. Ha vinto l’Hugo nel 1963.

John Schoenherr: quest’opera in me evoca la stessa emozione che provo quando vedo foto di uragani di classe 5. C’è una grandiosità iconica e un terrore che emanano da questa immagine, e penso che sia davvero la copertina migliore mai disegnata per Dune. Schoenherr ha vinto l’Hugo nel 1965.

Frank Frazetta: l’unica cosa che non capisco è come mai Frazetta abbia vinto il premio Hugo solo una volta. È uno degli artisti seminali che hanno influenzato quasi tutti gli artisti di genere, che se ne rendano conto o meno. Ha vinto l’Hugo nel 1966.

Jack Gaughan: nelle sue opere c’è sempre qualcosa di essenzialmente pauroso ed esotico che ammiro molto. Guardo a un’illustrazione come questa e mi appare contemporaneamente datata e senza tempo. È incredibile. Gaughan ha vinto l’Hugo tre volte, 1967, 1968 e 1969.

Leo e Diane Dillon: amo questa immagine, l’illustrazione di copertina (che continuava sul retro del volume) dell’antologia di Harlan Ellison Deathbird. I Dillon sono l’unica quadra di artisti premiata con l’Hugo, a oggi. Mi piace questa citazione di Diane: “Guardiamo a noi stessi come un singolo artista piuttosto che due individui, un terzo artista che sa fare cose che nessuno di noi due singolarmente saprebbe fare. Lasciamo che il lavoro fluisca come fluisceil lavoro di un artista che lavori da solo, il colore arriva sulla tela quasi senza che noi ce lo aspettiamo e questo influisce sul colore successivo, sembra avere una una vita propria.” Hanno vinto l’Hugo nel 1971.

Rick Sternbach: ha fatto le immagini preparatorie per il primo film di Star Trek negli anni settanta, e personalmente lo conosco soprattutto per questo. Tuttavia ha disegnato anche molte copertine di libri. Quella che presento, Moonbow, è la mia preferita. Ha vinto due Hugo, nel 1977 e 1978.

Vincent Di Fate: c’è qualcosa di inconfondibile nel modo in cui Di Fate appoggia contorni netti su motivi sfumati. Amo le sue astronavi e i suoi paesaggi astronomici. Questo è fra gli ultimi della sua carriera, credo sia del 2002. Ha vinto l’Hugo nel 1979.

Michael Whelan: è decisamente uno degli artisti che apprezzo di più come illustratore. E questa è una delle sue opere che preferisco, copertina per il romanzo di Joan D. Vince La regina delle nevi. Un paio d’anni fa Whelan ha portato l’originale a una convention, la Boskone. Sono rimasto a fissare il pizzo di quel braccio per buoni cinque minuti, senza nemmeno battere le palpebre. Quando penso ai personaggi che possano rappresentare il campo della fantascienza e fantasy, sono convinto che Michael Whelan sarà sempre uno dei più grandi - non solo come artista, ma anche come persona - e non parlo solo di illustratori. Ha vinto l’Hugo ben tredici volte, nel 1980, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985, 1986, 1988, 1989, 1991, 1992, 2000 e 2002.

Jim Burns: ho amato questa immagine dal primo momento che l’ho vista, un paio di decenni fa: è la classica copertina di L’uomo illustrato di Ray Bradbury. Se dovessi stilare una lista delle venti migliori illustrazioni di fantascienza di tutti i tempi, questa sarebbe nella lista. Jim ha vinto tre Hugo, nel 1987, 1995 e 2005.

Don Maitz: ogni volta che i bevitori di rum prendono in mano una bottiglia di Captain Morgan si avvicinano a un’opera di Don Maitz. Però penso che opere come Death of the Last Dragon sia quelle dove ha dato il meglio. Questa è una delle mie preferite. Ha vinto l’Hugo due volte, nel 1990 e nel 1993.

Bob Eggleton: ed ecco un drago completamente diverso. Sì, Bob è conosciuto anche per le sue copertine di Lumley, per le sue illustrazioni di Godzilla e di Cthulhu, per il suo amore per il pulp tra le altre cose. Ma quando guardo un’opera di Eggleton vedo una costruzione di pennellate e di dettagli che trasuda emozione e puro amore di qualcuno che non ha mai smesso di essere un fan. E questo è il motivo per cui è diventato un maestro del professionismo. Ha vinto otto Hugo, 1994, 1996, 1997, 1998, 1999, 2001, 2003 e 2004.

Donato Giancola: Insieme a Whelan, io considero Donato uno dei più grandi artisti, e uno dei migliori professionisti che abbia mai incontrato. Ammiro come si gestisce come artista e come professionista, e la sua copertina di The Golden Rose di Kathleen Bryan è una delle sue opere che preferisco. Sono rimasto sbalordito nel vederlo perdere sette volte consecutive l’Hugo dal 1999 al 2005, ma lo vinse alla fine all’ottava nomination, nel 2006. (E sì, posso dire di sapere come ci si sente, visto che mi è accaduta la stessa cosa). Donato poi vinse ancora nel 2006 e nel 2009.

Stephan Martiniere: secondo me è il maestro del paesaggio futuristico. Questa è la sua copertina per Il fiume degli dei di Ian McDonald. Ci sono molti artisti che creano immagini di questo tipo molto bene, ma nessuno è trascendente come Stephan. Anche se alcuni tradizionalisti e collezionisti disprezzano l’evoluzione e l’impatto dell’arte digitale, Stephan ha fatto come i grandi artisti di ogni tecnica nella storia, ha fatto avanzare il vocabolario dell’arte, e questo risultato va ben oltre le discussioni su matite, pennelli o pixel. Ha vinto l’Hugo nel 2008.

Shaun Tan: ciò che amo di Shaun Tan è che si è fatto da solo. Le sue visioni e le sue narrazioni sono uniche. Non è venuto dal nulla, ma se si considera l’evoluzione del suo lavoro da The Viewer a The Rabbits (qui sopra), a The Arrival fino al presente, appare chiaro che ha ridisegnato il mondo secondo la sua visione piuttosto che viceversa. Ha vinto due Hugo, nel 2010 e nel 2011.

John Picacio: e siamo al 2012, eccomi qui. Ciao, mondo. Ed è ora di tornare al lavoro, a produrre la mia arte, a migliorare sempre di più. Non guardate ancora, il meglio lo devo ancora disegnare.

John Picacio ha firmato le copertine di Robot dell'annata 2007. Il suo blog "On the front" è all'indirizzo picacio.blogspot.it. È su Facebook (www.facebook.com/johnpicacio), Twitter (twitter.com/JohnPicacio) e il suo sito ufficiale è all'indirizzo www.johnpicacio.com.

Traduzione di Silvio Sosio