Prendete Andromeda di Micheal Crichton, aggiungete una manciata di Alien, Jurassic Park quanto basta, mescolate bene e poi condite il tutto con abbondante rigore scientifico e una spruzzata di documentazione sulle missioni Shuttle, sulle procedure della NASA e sulla Stazione Spaziale Internazionale. Quello che otterrete sarà qualcosa di molto vicino a Forza di gravità. In breve, una missione sottomarina rinviene antichi organismi innocui chiamati "archeoni", che ritroviamo qualche anno dopo in una cultura all'interno di un laboratorio a microgravità sulla Stazione Spaziale Internazionale. Solo che lassù non si rivelano poi così innocui come si pensava e gli astronauti della ISS non ci metteranno molto a ritrovarsi nelle peste, costretti ad affrontare una serie di situazioni estreme per le quali la stazione spaziale non è stata progettata. Saranno il medico di bordo, dottoressa Emma Watson e il suo quasi ex-marito, Jack McCallum, a dover trovare il modo per arginare qualcosa che si rivelerà ben più di una semplice, nonché terribile, epidemia. E non è il caso di svelare di più. Basti sapere che il romanzo scivola via alla grande, grazie a una prosa agevole e a una serie di idee vincenti, sostenute da un robusto approfondimento scientifico che trova nella parte centrale, claustrofobica e spesso agghiacciante, quella in cui si concentra l'attenzione sugli astronauti alle prese con un'emergenza medica assolutamente imprevista, il momento migliore del libro. E' solo verso la fine che la Gerritsen, laureata in medicina e scrittrice di medical-thriller qui alla sua prima prova con la science-fiction, concede qualche licenza di troppo al deja vu e alla prevedibilità. I suoi personaggi sono credibili, ma un tantino bidimensionali e omologati, con una caratterizzazione che non supera una normale diligenza letteraria, molto lontani, insomma, dalle articolate rotondità e dalle complesse sfaccettature di quelli dello Stephen King che in copertina viene citato come uno che non si perde un romanzo della Gerritsen! Ma se da un lato questi sono i più rilevanti difetti del romanzo, d'altro canto va ammesso che a leggerlo ci si diverte. E le oltre quattrocento pagine si bevono d'un fiato, trascinando il lettore fino all'ultima pagina, grazie soprattutto a un ritmo notevole, che risolve e fa passare in secondo piano ogni perplessità nei confronti della storia e dei suoi protagonisti.