B. Akunin è lo pseudonimo adottato da Grigori Tchkhartichvil che con il romanzo della La Regina d'Inverno ha dato prova di esser un grande narratore. Tchkhartichvil è saggista e traduttore; nato nell'ex Unione Sovietica nel 1956, dal 1958 vive a Mosca dove è presidente del Comitato accademico della Biblioteca Giapponese in 20 volumi e della Fondazione Puskiniana; laureato in filologia e storia orientale, si è specializzato in lingua e letteratura giapponese. Grigori Tchkhartichvil è inoltre direttore editoriale della rivista Inostrannaja Literatura di Mosca. Tra le sue recenti pubblicazioni, un importante saggio sul rapporto tra letteratura e suicidio; le traduzioni del grande romanziere giapponese Yukio Mishima a cura di G. Tchkhartichvil sono considerate tra le migliori mai apparse in Russia.
Hanno detto di lui: "Akunin è riuscito a realizzare un vero miracolo narrativo: l'unione di un genere minore come il giallo con la grande letteratura degli scrittori russi dell'Ottocento... Il risultato è una straordinaria qualità narrativa unita al fascino di una trama avvincente, in cui il vero protagonista non è il commissario Fandorin, ma tutta la letteratura russa, citata, parafrasata, imitata e parodiata con maestria eccezionale." (Le Nouvel Observateur) ; "Chi è Akunin? Tutta Mosca se lo chiede. Un anno fa il mercato della narrativa presentò il suo primo giallo e oggi la critica ha occhi solo per lui." (Nesavisimaja Gazeta); "Tutto è straordinario ne "La regina d'inverno". Il lettore che ama l'intrattenimento colto e raffinato si sentirà pienamente soddisfatto: il protagonista è l'amico intelligente che tutti vorremmo, la ricostruzione storica è così puntuale da farci provare nostalgici per un'epoca che non abbiamo vissuto, mentre l'intreccio è insieme tradizionale, sorprendente e imprevedibile. L'autore ha avuto un autentico colpo di genio nell'inventore questo giallo di qualità." (Kommersant Daily); "Chi decide di leggere uno dei libri di B. Akunin è avvertito: non riuscirà a lavorare, non potrà guardare la televisione né dormire, finché non sarà arrivato all'ultima parola dell'ultima riga." (Eco di Mosca). La critica mondiale è unanime nel salutare B. Akunin come un grande narratore, un grande che ha nel sangue l'arte del saper scrivere: paragonato a Dostoevskij e Tolstoj, Grigori Tchkhartichvil è quella voce nuova che la Russia attendeva da tempo. Il suo stile è perfetto, le sue storie sono magistralmente raccontate con pathos e ironia, la caratterizzazione dei personaggi è a dir poco tridimensionale, par quasi di poter toccare con mano l'universo umano creato da Akunin; gli inserti storici, le ambientazioni sono perfette. Akunin è anche un grande storico che riesce con estrema abilità ad inserire in un contesto storico reale personaggi inventati perfettamente credibili, che addirittura contribuiscono a spiegare la storia, quella storia che troppo spesso gli storici raccontano con tono arido, quasi astratto. B. Akunin fa amare lo studio del passato e spinge il lettore ad approfondire i contesti storici da lui trattati.
Con La Regina d'Inverno, B. Akunin ha meritato il plauso da parte del pubblico e della critica in Russia con ugual fervore: il nostrano Camilleri con il suo personaggio di Montalbán non regge il paragone con la grandezza del personaggio creato da Akunin, Erast Fandorin.
Mosca, 1876: un parco assolato e tanta gente che lo affolla, una splendida giornata di primavera, un giovane si spara davanti agli occhi attoniti di una ragazza che poco prima gli aveva rifiutato un bacio. Perché un giovane di nobile famiglia dovrebbe darsi la morte per un bacio mancato? Questo è il primo inquietante interrogativo che Erast Fandorin si pone, un giovane investigatore ancora non investigatore ma che ha l'istinto e la sagacia di Sherlock Holmes. Una catena di suicidi assai bizzarri e apparentemente inspiegabili: tutti giovani, tutti appartenenti a famiglie facoltose, per moda, prendono il ferale vizio di giocar con la morte e alla fine si immolano sull'altare delle vittime per sfortuna o per destino. E' il suicidio moda del momento storico? No, Erast Fandorin non crede che una moda possa tanto: sospetta qualcosa di più grande e il suo intuito gli darà ragione. Erast Fandorin si domanda perché mai le vittime seguono il perverso rito della roulette russa; raccogliendo con perizia tanti piccoli indizi insignificanti, Fandorin disegna un oscuro intrigo internazionale ordito al di fuori della madre Russia. Nonostante sia alle prime armi, Fandorin indaga con eleganza e abilità e dopo notevoli peripezie che lo trascineranno in giro per il mondo, la verità la troverà proprio a casa, in Russia. E la verità che scoprirà lo lascerà senza fiato... Un romanzo che non lascia dubbi: La Regina d'Inverno tiene incollato il lettore sulle pagine del libro; il personaggio di Fandorin affascina: Fandorin è ingenuo, acuto, romantico, razionale, divertente, impacciato, serio, duro, è il ritratto dell'animo russo, quello di Dostoevskij e Tolstoji, è impossibile non innamorarsene.
A. Bakunin non ha scritto semplicemente un giallo o un romanzo: rifacendosi alla tradizione dei grandi letterati russi, ha indagato la psiche umana con consumata maestria, ha delineato alla perfezione il difficile equilibrio che fa dire all'uomo oggi decido di vivere, oggi decido di morire, oggi scelgo io la mia etica e la mia politica, oggi io sono padrone della mia anima. Definire La Regina d'Inverno un semplice giallo è riduttivo: abbiamo fra le mani un capolavoro moderno del nuovo panorama culturale russo, un libro che entrerà nella storia.
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