Poi, a cascata, abbiamo creduto nella rivoluzione (sempre figlia di quell’innovatore Steve Jobs) del computer a tavoletta: attenzione, questo è un oggetto che va bene soltanto se lo si considera come un piccolo quadro su cui vedere i film, o sentire la musica, forse anche per leggere ma non, certo, per farci le stesse identiche cose che fareste su un computer desktop o notebook (i netbook hanno davvero senso se si devenavigare o poco più). Ora anche Microsoft ha sentito il bisogno di riscrivere il suo niente male Windows 7 in chiave maggiormente tattile e sta per tirar fuori Windows 8, interfaccia metro (cioè gestibile tramite le dita e basta) e per far ciò ha dovuto rivoluzionare la sezione grafica e non solo, grafica ora accessibile davvero tramite il tocco delle dita: ma anche qui, dov’è la novità?Non c’è evoluzione, signore e signori. Tutto è stagnante, deriva esclusivamente dal marketing, dai venditori, dai piazzisti: tutto è figlio adesso di persone che hanno l’idiosincrasia per l’innovazione, perché il nuovo toglie guadagno immediato; è gente che solitamente caccio da casa quando suonano per vendermi cose di cui non ho bisogno, persone capaci d’incantare con l’armonia delle loro parole melodiose. In tutto ciò, dov’è l’innovazione?Sognavo una cultura tecnologica capace davvero di indagare il futuro tramite l’estrapolazione, per esempio, degli algoritmi sempre più prossimi all’intelligenza artificiale, ma di ciò io non vedo nemmeno l’ombra se non in alcuni laboratori o in alcune dimostrazioni di vero progresso che, comunque, non si applica nella vita quotidiana (vedi l’atterraggio di Curiosity su Marte): ogni giorno si sta continuando a ciurlare nel manico del digitale, raffinando ma non partendo verso nuovi lidi; funzioni che vengono spacciate come fantastiche in realtà sono soltanto ultime evoluzioni grafiche di quanto già esisteva prima. Perciò dico: datemi la novità, questo è un mondo quotidiano reazionario, non è interessante.
In un attimo ho avuto la visione del mondo magico, e dell’esoterismo, che sono sempre capaci di sorprendere con i loro messaggi occulti, comprensibili e fruibili se si ha dimestichezza con le sensibilità relative: un mondo che, con la sua tecnologia immensa e ancora non scoperta, sempre presente cui è sempre possibile attingere, è capace di stupirmi ogni volta; quello è un paradigma che quasi quasi preferisco, in grado di avvisarmi se, per esempio, mi è arrivato un SMS mentre sto dormendo, mentre tengo il telefono spento.
Devo davvero tornare all’antico, alle tecniche degli sciamani della paleostoria, per avere il senso della novità e il senso del meraviglioso che, fino a pochi anni fa, accompagnava ogni innovazione tecnologica promettendo sempre più alte sorprese?
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