Alan Gordon è una voce nuova nel panorama letterario americano: ha esordito nel 1999 con il romanzo La tredicesima notte, un noir medioevale che raccoglie parecchie influenze dai racconti di Ellis Peters e dalle atmosfere inquisitorie tipiche dei gialli di Arthur Conan Doyle. E' difficile, se non impossibile, fare un raffronto del lavoro di Alan Gordon con la narrativa italiana, anche se, indubbiamente, è facile evidenziare alcune tracce storiche che son la parodia del Nome della Rosa di Umberto Eco e quelle più inquietanti del ciclo di Eymerich creato da Valerio Evangelisti.
Alan Gordon non ha alle spalle una robusta cultura storica, anche se il suo scritto è stato ambientato nel Medioevo: le lacune storiche sono molte e non sfuggono all'occhio allenato del lettore, per quanto, trattandosi di una opera di fantasia, si può concedere a Gordon il beneficio della licenza poetica/storica. Alan Gordon, avvocato di professione, con La Tredicesima Notte ha esordito nel panorama letterario con un quasi freddo consenso critico: il romanzo nonostante sia ben scritto, non ha il potere di affascinare il lettore, di trasportarlo realmente in un mondo fittizio di macchinazioni, intrighi e magie.
La trama: un giullare al servizio di una sorta di associazione segreta, il cui compito è vigilare sulla salute del Regno, si trova a dover investigare su gravi fatti che sono accaduti alla famiglia Reale. Le notizie raccolte fanno supporre che il Re si sia suicidato, ma in molti nutrono il sospetto che il Re sia stato assassinato durante la sua quotidiana passeggiata. Il Re è stato trovato morto sul fondo di un precipizio: alcuni testimoni giurano che il Re aveva manifestato l'intenzione di darsi la morte, eppure questa morte ha molti lati oscuri, soprattutto perché il Re non avrebbe avuto motivo di suicidarsi, un Re cristiano che poi si dà la morte suona ancora più assurdo in una epoca dove le deviazioni religiose sono all'ordine del giorno e sono pesantemente giudicate.
Il giullare, in incognito, vestendo i panni che gli sono propri si addentra nel mistero che circonda la morte del Sovrano e riesce a scoprire che un'ombra avrebbe spinto nel precipizio il Re, un Re che fu anche amico del giullare-detective. Il mistero si infittisce pagina dopo pagina: molti sono gli interessi politici e commerciali che potrebbero cambiare il corso della storia se il mistero non verrà svelato. A malincuore il giullare deve accettare di smettere il cerone per travestirsi da semplice commerciante; pare infatti che la copertura come giullare non sia molto sicura: in molti corridoi civici, di strada, di corte, si vocifera che l'Associazione dei Giullari sia sotto il mirino ferale dei nemici del Regno. Meglio vestire i panni di un anonimo commerciante tedesco piuttosto che quelli del giullare di corte, che sicuramente non passerebbe inosservato agli occhi del nemico. Come se la morte del Re non fosse già un grosso rompicapo da risolvere a complicare il quadro investigativo ci si mette una vecchia conoscenza, un nemico giurato del Regno, del Re, del Giullare incaricato di scoprire il mistero.
Molte peripezie, molti colpi di scena, amici che si rivelano nemici e infiltrati, donne tristi e fatali, uomini senza scrupoli, sono gli ingredienti principali della Tredicesima Notte: alla fine il Giullare travestito da commerciante verrà smascherato, ma ormai il mistero che avvolgeva la morte del Re è stato risolto e solo per il rotto della cuffia, grazie ad una arcana provvidenza o abilità investigativa, il detective medievale riuscirà a riportar la pelle a casa, anche se non si può dire che il Regno sia al sicuro.
Molte trame oscure e molti dettagli devono esser ancor svelati: Alan Gordon sta già lavorando al seguito della sua prima opera.
Alan Gordon non sorprende nessuno con questa sua opera prima: scritto secondo gli abusati cliché dei romanzi d'appendice, anche le facili emozioni faticano a venire a galla; si ha la netta impressione che gli inserti storici siano stati trascinati di peso all'interno della trama 'fantastica', inserti che pesano negativamente sul costrutto narrativo e che rendono la storia raccontata assai poco credibile anche al più ingenuo sognatore abituato a legger solo fantasy di serie B.
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