Diciamo la verità: Star Trek ha sempre fatto discutere. Fin dagli esordi nel lontano settembre 1966, dato che la NBC, il network che produceva e trasmetteva la serie, non ne fu mai particolarmente convinta. Tanto che alla fine di ogni stagione il suo rinnovo era sempre messo in dubbio. E poi le perplessità di parte del team di Gene Roddenberry, che la serie l'aveva ideata e costruita pezzo per pezzo, e gli ascolti che non decollavano nonosante gli indici di gradimento fossero alti e gli autori degli episodi pescati tra il meglio che la fantascienza di quegli anni proponeva, da Richard Matheson a Robert Bloch, da Theodore Sturgeon ad Harlan Ellison, da Norman Spinrad a David Gerrold e altri ancora. Ciononostante le critiche piovvero un po' da dovunque, e questa è la storia di una critica che coinvolse uno dei mostri sacri della letteratura fantascientifica, vale a dire Isaac Asimov.
Ancora una volta è stato il sito Letters of Note a portare all'attenzione della rete la vicenda, riportata a sua volta nel volume Star Trek Creator: The Authorized Biography of Gene Roddenberry uscito nel 1995. La cosa andò in questi termini: dopo il debutto della serie, nel novembre dello stesso anno Asimov scrisse un articolo per TV Guide dal titolo Cosa sono poche galassie tra amici? in cui faceva l'elenco delle inesattezze scientifiche riscontrate in Star Trek e nelle altre serie tv fantascientifiche in onda in quel periodo. Il punto centrale dell'articolo di Asimov, riportato dal sito, è il seguente: "Non mi disturba piegare un pochino le sacre leggi della scienza per il bene della trama, per aggiungere un po' di suspense o per permettere al buono di salvare la ragazza all'ultimo minuto. Ho fatto cose del genere io stesso. E' l'assurdità scientifica che nasce dalla mera ignoranza a diciotto carati e che non ha nulla a che fare con la trama che mi graffia la spina dorsale come un'unghia sul vetro di una finestra."
Una critica bella schietta, quindi. Roddenberry, che notoriamente aveva il caratterino pepato, nonostante ammirasse Asimov non la mandò giù e scrisse al Buon Dottore una lunga lettera, cortese ma ferma, in cui spiegava le difficoltà incontrate nel portare sullo schermo l'idea che aveva concepito diversi anni prima.
Superati i convenevoli, nell'incipit della lettera Roddenberry mette subito in chiaro le cose: "L'ho apprezzato [l'articolo N.d.A.] così come apprezzo la tua scrittura. E che sarà un utile riferimento per tutti quegli autori di Star Trek che non hanno un background fantascientifico. Anche se, a essere onesti, quelli con background ed esperienza fantascientifica tendono a commettere gli stessi errori. Ho trovato che la miglior fs non è garanzia di accuratezza scientifica. [...] Per quanto mi sia piaciuto il tuo articolo, sono ossessionato dal bisogno di scriverti per alcune delle tue considerazioni che non trovo giuste. E, come ogni scrittore di scienza sa cos'è una galassia, ogni autore televisivo dovrebbe conoscere gli aspetti rilevanti di quel campo. In tutta amicizia, e con sincero ringraziamento per le centinaia di ore di lettura che mi hai dato, mi sembra che il tuo articolo abbia trascurato del tutto i problemi pratici, fattuali e scientifici che si affrontano per mandare in onda uno show televisivo e mantenercelo. La tv merita molte critiche, e non solo quella di fantascienza, ma la critica dovrebbe essere finalizzata e non una fucilazione sul posto. Ad esempio, Star Trek non è quasi andata in onda perché ha rifiutato di diventare uno show per ragazzi, perché ha rifiutato di mettere un "Lassie" a bordo della nave, e perché ha insistito sulle assunzioni di Dick Matheson, Harlan Ellison, A.E. Van Vogt, Phil Farmer e così via (non tutti sono poi entrati perché lo scripiting televisivo è un lavoro difficile, ma molti ci sono riusciti."
Insomma, Roddenbery dice chiaro e tondo cosa non gli va nelle critiche di Asimov: "Nello specifico, il riferimento alla misteriosa nube situata 'a mezzo anno luce fuori dalla galassia' [nell'episodio Oltre la galassia, N.d.A.] sono d'accordo che è stato detto male. D'altra parte, abbiamo assunto un fisico della Rand Corporation per rivedere tutte le sceneggiature, e successivamente le abbiamo fatte rivedere alla Kellum deForest Research. E, neanche a dirlo, ce le hanno passate. Spendiamo diverse centinaia di dollari la settimana per garantire l'accuratezza scientifica degli script, e altre centinaia per garantire altre forme di accuratezza, progressioni logiche, eccetera. Prima di andare in produzione abbiamo costruito la Writer's Guide con tutti questi elementi, e l'aggiorniamo in continuazione con elenchi, terminologie, estratti di articoli che mandiamo regolarmente ai nostri autori. E ai nostri amministratori. E diamo specifiche informazioni scientifiche agli attori a seconda del lavoro che devono svolgere. Ad esempio, in questo momento stiamo preparando un file sulla mecidina nello spazio per DeForest Kelley, mentre William Shatner e Leonard Nimoy passano gran parte del loro tempo libero leggendo articoli, ritagli, racconti scifi che gli mandiamo."
"Nonostante tutto facciamo errori e probabilmente continueremo a farli. La programmazione del giovedì è un giorno terribile, e girare un episodio in cinque giorni è un peso enorme, quasi impossibile. La meraviglia non è che sbagliamo, ma che riusciamo a mandare fuori una volta alla settimana della fantascienza che (almeno a detta degli scrittori e degli appassionati che ci seguono in numero crescente) è la prima vera serie fs mai apparsa in televisione. Ci piace pensare che è questo che stiamo facendo, e lo facciamo con grande orgoglio. E suppongo che diventiamo suscettibili quando pensiamo di essere criticati ingiustamente, o come nel caso del tuo articolo, che ci sparino addosso. Citando Ted Sturgeon, che con noi ha realizzato il suo primo script, mandare in onda Star Trek era impossibile, fare uno show come questo con un budget televisivo era impossibile, raggiungere il grande pubblico senza alienarsi gli appassionati di fantascienza era impossibile, non soccombere alle pressioni della rete per trasformarlo in un programma per ragazzi era impossibile, mantenerlo in onda era impossibile. Eppure ci siamo riusciti. Magari qualcuno avrebbe potuto fare di meglio, ma finora nessuno l'ha fatto."
Insieme al riconoscimento dei limiti, abbastanza evidenti, traspare però anche tutto l'orgoglio di Roddenberry per l'impresa portata a termine. "Ancora, se dobbiamo credere alle lettere che ci arrivano, stiamo portando verso la fantascienza un numero sempre maggiore di appassionati. Stiamo costruendo dei fan, futuri acquirenti di riviste e romanzi, incassi certi per i prossimi film. Stiamo, e lo spero veramente, aiutando a vendere ancora più copie dei romanzi della Fondazione, di Io, Robot e degli altri tuoi eccellenti lavori. Tutti noi, e io personalmente, a modo nostro e affrontando gli sconvolgenti problemi di questo strano mondo dei media, stiamo lavorando duramente come nessun altro autore di fantascienza ha fatto finora. Se dovevamo essere menzionati per la fs televisiva, avremmo meritato molto di meglio. E per questo, pur ammirando il tuo lavoro, ho sentito il bisogno di risponderti. E penso che il grande pubblico abbia bisogno di un articolo più dettagliato sull'argomento. Forse TV Guide non è il mezzo più adatto, ma se ti verrà voglia di gettare la tua mente asimoviana su un articolo definitivo sull'argomento, conta su di noi per avere informazioni, cifre, elementi, esempi di script e delle pressioni dell'ambiente."
Roddenberry mise a punto una difesa a tutto campo del suo lavoro. E fu talmente convincente che Asimov riconobbe la frettolosità delle sue critiche. Successivamente i due diventarono amici e Asimov addirittura consulente per la serie, come dimostra un'altra fitta corrispondenza, sempre riportata dal sito (e il cui link si trova nelle Risorse in rete), in cui Asimov e Roddenberry discussero di come far evolvere i ruoli di Kirk e Spock, con il Buon Dottore a dare il suggerimento decisivo. Il che non impedì alla serie di scivolare sempre più indietro nel gradimento del network e di cedere alle pressioni per renderla più appetibile agli adolescenti con l'introduzione del personaggio di Cechov, fino alla chiusura definitiva al termine della terza stagione trasmessa nel famigerato slot del venerdì. La corrispondenza tra Asimov e Roddenberry è però interessante perché rivela, da un lato, alcuni retroscena e soprattutto le enormi difficoltà affrontate da Roddenberry per la realizzazione dello show; e dall'altro, la difficoltà di chi fa critica, anche dall'alto di una indiscussa competenza, senza avere il polso completo della situazione. Resta lo scontro-incontro tra due innegabili titani, Asimov e Roddenberry, che rinunciarono rispettivamente alla carriera accademica e a quella nella polizia per inseguire il sogno di rendere la fantascienza un genere, letterario e televisivo, amato dal grande pubblico. E riuscendoci alla grande.
36 commenti
Aggiungi un commentoFigurati, non c'è il minimo problema...
... e Dan Aykroyd: The last voyage of the starship Enterprise.
Scusate ma... Checov era lì per attrarre i giovani!? xD
Eh sì. Pare che somigliasse a questo tizio: http://en.wikipedia.org/wiki/Davy_Jones_(actor)
(EDIT: Non è colpa mia. L'indirizzo è quello)
Ho visto tutte le serie di Star Trek e non mi sono piaciute. Gli alieni sono troppo umanoidi, le loro civiltà sono scopiazzate da quelle terrestri (ad esempio i Klingon ricordano molto i giapponesi pre-1945, con il loro codice d'onore che ha troppe somiglianze con il bushido). E poi le civiltà tecnologiche sono decisamente troppe per una sola galassia.
E poi è troppo buonista per i miei gusti.
Mi dispiace, ma la mia serie fantascientifica preferita rimane The Invaders.
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