Hellen mi osserva, mi accarezza il viso e continua: - Con tanti soldi, tesoro! Potrai fare di tutto, con loro!- Dove li hai trovati? - chiedo perplesso.- Presto capirai.

- Perché l'hai fatto? - aggiungo d'istinto.

- Perché ti amo.

Deglutisco a fatica. Sono sbalordito, la forza di Hellen fa baluginare in tutta la sua potenza un unico chiaro messaggio: il suo amore per me è sconfinato. Ma come posso spiegarle il mio vero obiettivo, tutte le mie paure, la necessità di tuffarmi nel mondo ovattato del “virtual sound”?

Hellen si avvicina fino a strofinare il corpo contro il mio. Le sue braccia si avvinghiano al mio collo, poi mi guarda negli occhi. Sembra capire quello che mi passa per la testa, e io comprendo che le sorprese non sono ancora finite. Sarà demodé, ma Hellen mi sta dimostrando che è ancora possibile condividere assieme delle emozioni. Certo le emozioni a cui sono abituato con Dandy o Alonso  sono diverse. Sono più forti e appaganti del singolo atto sessuale e di mille carezze scambiate nell'arco di una notte che si consumano come fuochi di paglia. Emozioni fatue, più sottili, ma più appaganti. L'ho scoperto pian piano, e adesso non ne posso più fare a meno. 

I suoi occhi non si distolgono dai miei. Lentamente Hellen comincia a slacciarsi il giubbotto e la divisa di pelle nera borchiata. Le sue labbra sfiorano le mie. - Non ti muovere - sussurra. La gonna di pelle è già scivolata a terra. Adesso è in slip e reggiseno, in punta di piedi. - Sai -  bisbiglia, con gli occhi sempre tuffati dentro i miei - ricostruendo le tue ultime settimane ho capito chi frequenti e cosa vai cercando.

- Che cosa stai dicendo? - chiedo, frastornato da questo suo indagare sotterraneo.

- Ho incontrato i tuoi fornitori. - prosegue stupendomi di nuovo. - Dandy e quell'altro tipo, quello grasso...

- Alonso.

- Proprio lui. - Fa un cenno con il capo. - Grazie ad Alonso sono riuscita a risalire alla clinica chirurgica che gli ha fornito la protesi che sfrutta commercialmente con i suoi clienti. Si trova solo un livello più giù di quello del pub.

- Che hai fatto? - grido sobbalzando. Sono stordito. Fisso Hellen come inebetito. Lei si sta slacciando il reggiseno.

- Hanno pagato molto bene la mia parte naturale, e con solo tre quarti dei ricavi ho gestito la tua fedina, il tuo prossimo impiego legale e, soprattutto, il tuo nuovo giochetto per quando faremo l'amore.

Il cuore palpita a dismisura mentre Hellen fa cadere il reggipetto ed  espone i suoi due grossi seni. Uno sodo, di carne, dal colore biancastro e apparentemente siliconato. L'altro, una rilucente e metallica protesi dalla quale spunta ben visibile un'interfaccia seriale.