Mentre parla sento sinuose note prendere forma e librarsi grazie all'interfacciamento. Il suono è pulito, cristallino, ma la sensazione che provo mi lascia freddo. Sono oscillazioni propulsive calcolate alla resa millimetrica, incastro dopo incastro, sequenza dopo sequenza. Quello che ricevo è un segnale monofonico. L'illegalità del suono affonda solo da un lato del corpo, mentre l'altro rimane vigile e ascolta le parole del carceriere. Non è la solita sensazione di abbandono. Non riesco a decifrare se ciò dipenda dalla volontà dello spacciatore che mi sta parlando o se si tratta della prima reazione al lungo incubo da poco vissuto.- Che te ne pare di questo ondeggiare d'atmosfere?- Cosa mi stai facendo?
- Quello che da almeno tre notti vorresti ti fosse fatto.
- Che ne sai di quello che voglio...
- Siete tutti uguali, voi ubriachi del virtual-sound. - Mi alita ancora più forte. - Ne ho conosciuti a centinaia come te qui dentro, e tutti alla fine mi hanno ringraziato...
- Per cosa?
- Cadi dalle nuvole? Io vi sostengo nei momenti di crisi finché rimanete in gabbia. Solo cinquanta piastre a seduta. Pagamento a ventiquattro ore dalla liberazione.
- Bastardo.
- Dite tutti le stesse cose! Siete monotoni.
La musica diventa più forte, sta per prendere il sopravvento sulle parole del carceriere.
- Dimenticavo - aggiunge, passandosi una mano sulla barba ispida. - Se non paghi alla scadenza ti vengo a prendere personalmente e prima ti tolgo un po' di pelle di dosso, poi finisci nelle fogne assieme ai pirati del cyberspazio per una decina di fetentissimi anni. Dovrò modificare la tua cartella nel file della rete centrale, ma sarà un gioco da ragazzi come sempre...
- Vai a farti fottere, - urlo sradicando il mio braccio dall'interfaccia, lasciandolo di stucco per quel comportamento anomalo e inatteso. Mi butto nell'angolo più lontano, mentre sento il corpo svuotarsi delle note che lo stavano avvolgendo fino a poco prima. Sono risucchiato dalle correnti di un freddo mulinello. E' una lotta tra la sofferenza fisica e la sopravvivenza. Prendo coraggio e urlo aiuto a squarciagola.
- Taci bastardo - saetta tra i denti il carceriere.
- Aiuto! - grido di nuovo.
Lo spacciatore di suoni si allontana, ma qualcuno ha udito il mio lamento e sopraggiunge dal corridoio.
- Fermatelo - invoco, assalito dalla disperazione.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID