- È illegale - commenta brevemente.- Come farai con la sicurezza?
- Difficilmente mi faccio toccare da estranei. - Sorride. - Inoltre, al mio livello ho un'ottima reputazione. Vedrai, non mi controlleranno mai. - Solleva il mio braccio pseudomeccanico e l'appoggia piano al suo nuovo seno d'alluminio.
Sento una specie di scossa improvvisa. L'interfacciamento è immediato. Hellen mi bacia, mi butta sul letto togliendosi anche gli slip.
Mi spoglia. Lancia i miei abiti imbrattati di fango lontano e capisce che sto cominciando ad eccitarmi. Una reazione chimica che non disdegno nonostante il caos che ho nella testa. Dalla sua protesi cominciano a correre libere le prime avvolgenti note di una musica penetrante, afrodisiaca. Il sound diviene più ritmico con la crescita della mia eccitazione. Questa musica così perfetta, di grande profondità, dalle liriche atmosfere ricche di dilatati piani sonori torna a impadronirsi di me. Itinerari modellati nella dolce prosa del suono, ma allo stesso tempo ritmici e coinvolgenti. Un grande tappeto melodico di tastiere che mi trascinano verso i territori del mio essere profondo, impossibili da esplorare senza Hellen.
Mi sento meno debole del previsto, credo addirittura d'essere raggiante, pulsante di vita. Sono immerso magicamente in un luccicante e d'orato Walhalla, dove i piaceri del sesso e del “virtual sound” mi trasmettono un brivido infinito. Molecole, neuroni e codici genetici divengono plastici policromatismi impalpabili, labirinti sonici per la mia mente in liquefazione.
Hellen mi sta regalando le emozioni più forti e più belle che abbia mai provato. Mi offre, per puro amore, il suo cuore e il suo corpo. Gliene sono grato, ma percepisco anche che non posso amarla come lei vorrebbe.
Il suo seno meccanico mi scarica l'apoteosi dell'elettronica fluida, mentre stiamo entrambi per raggiungere l'apice del piacere.
Hellen, quest'angelo che mi stringe tra le braccia come una delicata statuetta di ceramica, percepisce che sono preda di confluenze emotive irrefrenabili. Vorrebbe aiutarmi, ma non può fare nulla.
Sento che questo è il momento di abbandonarmi per sempre, in preda all'overdose più ricercata che nemmeno Dandy avrebbe mai potuto offrirmi. Per nessun prezzo al mondo. Quest'overdose che Hellen non ha calcolato nei suoi piani e che fa svanire i suoi lucidi sogni cristallini. Per sempre.
La statuetta, in un solo attimo, si gretola in mille pezzi tra le sue mani.
Mi risveglio in preda al panico. Sono madido di sudore. Attorno è buio. Mura umide dall'acre odore d'urina riportano immediatamente alla realtà della cella.
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