In seguito a un grave incidente sulla nave spaziale XOEH, l’astronauta Alan Brahm si sveglia intrappolato nella capsula di salvataggio che si sta rapidamente depressurizzando. La sua tuta spaziale è compromessa, il resto dell’equipaggio è in animazione sospesa. Il sistema di controllo è in avaria e Alan capisce di avere pochi minuti per scegliere: salvarsi e rivedere la famiglia o sacrificarsi per salvare le vite degli altri astronauti.
È questa l’idea alla base di Vacuity, corto sci-fi proveniente dagli USA e firmato dal giovane Michael Matzur, classe 1989. Si tratta in pratica di un compito in classe, da portare a termine per laurearsi alla School of Film and Photography del Montana.
Entrato in pre-produzione nel maggio del 2010, il film è stato girato a partire dal novembre dello stesso anno, mentre nell’aprile 2011 è stata registrata la colonna sonora. Poi una lunga fase di post-produzione terminata nel gennaio 2012.
Costo totale di produzione: seimila dollari per tredici minuti di girato. Sette le persone coinvolte: oltre a Matzur in qualità di sceneggiatore e regista, un suo compagno di classe nella veste di produttore, un production designer (per la capsula), un direttore della fotografia, un editor, un compositore e un sound designer.
Il risultato, per quanto non un capolavoro, è un corto drammatico e toccante, curato nella fotografia con progressione nella scelta delle luci e delle inquadrature (con l’impiego di diverse lunghezze focali lungo il corto). Buona visione.
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