E allora perché non provare a fare una serie che abbia dei supereroi come protagonisti, magari visti
sotto una angolazione nuova? Ma quale? Esclusa quella familiare, quella degli outsider più o meno rivelati al mondo, quella dei vigilanti in calzamaglia, quella delle origini giovanili, si potrebbe optare per il Crime.Questo è quello che devono aver pensato Zakk Penn e Michael Karnow, ideatori di Alphas, serie prodotta da SyFy (la nostra tanto odiata - amata rete USA) attualmente in onda in chiaro su Rai4 (diciamolo, uno dei pochi canali del digitale terrestre che fanno apparire meno inutile pagare il canone) ogni giovedì sera.Ovviamente non si possono fare paragoni tra la squadra degli Alphas e quella dei supereroi cinematografici come X-Men o Avengers. Mentre sul grande schermo abbiamo rutilanti supereroi con background e continuity ormai decennali appoggiati da effetti speciali di ultima generazione, la nuova ondata di supereroi televisivi ha abbandonato gli iconici costumi per un abbigliamento casual (che poi, insomma, vestirli normalmente riduce i costi).
Insieme alla normalizzazione dei costumi è venuta anche la normalizzazione dei superpoteri, optando per effetti speciali che possano essere ripetibili e a basso costo e (pare) anche delle trame.
Alphas è, dunque, un serial di supereroi normalizzati
E il pilot non poteva essere più normale. Cinque minuti di telefilm dopo i titoli di testa e già sappiamo che gli Alphas (esseri umani dotati di abilità fuori dal comune) esistono da sempre e che il protagonista è il classico mentore/scienziato a capo di un gruppo proprio di Alphas che vengono utilizzati per indagare su casi in cui sono implicati (indovinate?) altri Alphas.
Nel prologo, va detto, si vede il classico marine congedato esibirsi in un tiro estremamente particolare ed enigmatico alla carabina. E se poi siamo abbastanza smaliziati, l'aspetto del marine ci porterà a pensare che una faccia come quella non può essere “da cattivo”.
Nel lineare prosieguo della storia non solo ci vengono presentati in modalità anagrafica i singoli componenti della squadra: un ex agente FBI che riesce a sviluppare una forza sovrumana attingendo alla sua reazione di attacco-fuga mettendo a rischio il proprio equilibrio metabolico; due donne, una che sa acuire i propri sensi fino a poter sostituire un intero laboratorio della scientifica e l'altra che riesce a impadronirsi della volontà altrui e il classico ragazzino un po' nerd un po' rain man che vede (letteralmente) le onde magnetiche che ci circondano riuscendo a giustificare i movimenti talvolta inconsulti dei ragazzi autistici trasformandoli in interazioni con l'illimitato touch screen che proprio le onde magnetiche tracciano nell'aria.
Alla fine dell'episodio e dopo aver sconfitto il cattivo di turno (tutto sommato un po' stupidotto) ovviamente il cecchino/marine del prologo che si scopre essere dotato di una “mira assoluta” entrerà a far parte della squadra nella più classica delle interazioni stile Wolverine/X-Men.
Insomma, prendete un procedural crime di quelli con la squadra di poliziotti problematici, aggiungete dei superpoteri e avrete una chiara idea di cos'è Alphas.
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