Per chi è appassionato di fantascienza è piuttosto triste vedere il genere non essere granché considerato. Sia dalla critica (ma qui ce ne potremmo fare anche una ragione) che soprattutto da una massa di lettori sempre più distratti da valanghe di volumi che infestano, in ogni senso, gli scaffali delle librerie. La situazione italiana è nota a tutti, con i romanzi fantascientifici relegati in spazi sempre più ristretti dalle grandi catene librarie, a loro volta dedicati per lo più ai soliti classici mentre decine e decine di romanzi di pregio non vengono più ristampati, e mentre i nuovi non vengono quasi più tradotti. Senza contare che quando nuovi romanzi anche prettamente fantascientifici riescono comunque ad arrivare sul nostro mercato, si fa di tutto perché il termine "fantascienza" non venga tirato in ballo, inventandosi le formule più strane, quasi che gli editori temessero una fuga dei lettori.
Tutto ciò rende molto difficile la diffusione di un genere che invece, soprattutto in tempi di crisi e di incertezze come questi, avrebbe molto da dire sul futuro. E naturalmente crea difficoltà anche agli autori italiani, per i quali è sempre più complicato emergere. Ma le cose non vanno benissimo nemmeno all'estero. Ad esempio negli USA, dove nei giorni scorsi è montata una grossa polemica quando il sito The New Yorker, autorevole magazine online di cultura, ha pubblicato la sua prima inchiesta sulla fantascienza, scatenando le ire di molti lettori che si sono quasi sentiti offesi perché il magazine ha affrontato un argomento non di loro interesse. Insomma, occorre portare un maggior numero di lettori verso la fantascienza, il che significa proporre romanzi che possano invogliare e interessare. Ci prova il sito culturale Flavorwire, proponendo una lista di dieci romanzi (in ordine alfabetico per autore) che possano interessare chi non legge abitualmente il genere:
Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood: dal Canada arriva questo romanzo ambientato in una società futura a base di maschilismo, razzismo, omofobia, teocrazia, militarismo e degrado sociale in cui anche il femminismo può essere sfruttato dal regime per il mantenimento dello status quo. Vincitore dell'Arthur C. Clarke Award nel 1987, il romanzo venne definito "speculative fiction", a dimostrazione delle difficoltà appena menzionate;
Destinazione stelle di Alfred Bester: uno dei classici della fantascienza mondiale, noto da noi anche con il suggestivo titolo La tigre della notte. Bester fu un anticipatore di molte tendenze della fantascienza moderna, a partire dal linguaggio e dallo stile utilizzato fino ai temi, e in questo romanzo si esprime al suo meglio raccontando la storia di Gully Foyle, che da emarginato sociale acquista un potere sempre più vasto fino a diventare il primo uomo a viaggiare nello spazio interstellare con la tecnica del "jaunto", termine entrato nel vocabolario classico della fantascienza;
Fledgling di Octavia Butler: bel romanzo del 2005 della scrittrice californiana (mai tradotto in italiano), una storia di vampiri fantascientifici in cui la tradizione degli esseri succhiasangue si mescola con tematiche sessuali, razziste e femministe, in una riflessione su cosa significa appartenere a qualcosa;
Il gioco di Ender di Orson Scott Card: primo capitolo di una saga, vincitore dello Hugo e del Nebula nel 1985, racconta la storia di una scuola speciale in cui i bambini più dotati vengono addestrati per fronteggiare l'imminente invasione degli Scorpioni, che avevano già quasi annientato la razza umana. Saga a sfondo militare, ma soprattutto una riflessione su come è possibile manipolare le menti per costringere la gente a fare ciò che non vorrebbe fare;
Il sindacato dei poliziotti yiddish di Michael Chabon: esempio recente (l'anno è il 2007) di ucronia, ovvero di un racconto di storia alternativa. Nell'universo di Chabon lo stato di Israele non riuscì a resistere e la comunità ebraica mondiale si è stabilita in Alaska, in una comunità chiamata Sitka dove viene ambientata una classica vicenda poliziesca. Piazza pulita di tutti i premi possibili, dallo Hugo al Nebula;
Dune di Frank Herbert: un altro dei grandi classici della fantascienza, in cui si può trovare praticamente tutto: esplorazione spaziale, space opera, invenzione narrativa, anticipazioni scientifiche, intrighi e complotti. Herbert ha avuto il merito di costruire un grande romanzo, e il demerito, condiviso con gli eredi, di volerlo proseguire a tutti i costi, con sequel, prequel e quant'altro;
Concerto per archi e canguro di Jonathan Lethem: primo dissacrante romanzo dello scrittore newyorchese a base di detective svitati, canguri intelligenti, scienziati ardimentosi e bambini artificialmente potenziati. Nel futuro ipertecnologico di Lethem conservare la memoria del passato può persino diventare un crimine;
Cloud Atlas di David Mitchell: dal Regno Unito arriva una storia folle a base di viaggi nel tempo e dimensioni parallele, dal diciannovesimo secolo al futuro postapocalittico. Vincitore nel 2004 di parecchi premi, mai arrivato in Italia, è la dimostrazione di come si può fare fantascienza (seppure al limite della definizione del genere) con un tocco letterario che non guasta;
Frankenstein di Mary Shelley: e qui potremmo chiederci perché i redattori di Favorwire abbiano inserito un romanzo fortemente gotico e che certamente tutti conoscono già, anche chi non ama la fantascienza. Di fatto la Shelley ha inconsapevolmente posto il collegamento tra l'horror e il fantastico, che sarà una delle basi della nascita della fantascienza almeno in Europa (negli USA la strada seguita è stata abbastanza diversa). Resta un classico che si può sempre gustare con piacere;
Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut Jr: da uno degli autori più ironici in circolazione un romanzo potente e graffiante, che usa la fantascienza per compiere una feroce satira antimilitarista e contro la società occidentale dei consumi. Un altro grande classico che molti probabilmente conoscono già, ma che vale sempre la pena di rileggere.
Vale la questione nota per tutti gli elenchi: sono opinabili, modificali, criticabili eccetera. Questo costituisce un punto di partenza per una discussione, con titoli sicuramente intriganti e altri più scontati. Ci si potrebbe chiedere se è meglio, per attirare nuovi lettori, puntare su romanzi più "edulcorati", ovvero che mescolino tematiche fantascientifiche e mainstream, oppure sfruttare il potenziale naturalmente radicale del genere e proporre opere di rottura. Come è ovvio, una risposta unica non c'è: la lettura è un'esperienza fortemente soggettiva, poiché il lettore prende il contenuto di un libro e lo inserisce nel proprio immaginario filtrandolo attraverso la propria sensibilità e le proprie esperienze. Forse la cosa migliore consisterebbe nel proporre romanzi di buona fantascienza, lasciando poi che ciascuno viva il genere come meglio può e ritiene.
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