1967, Unione Sovietica. Stas e Andrei, due giovani amici, arrivano nella Città delle Stelle, dove i primi cosmonauti si allenano per andare nello spazio, in una corsa contro il tempo per battere gli americani. I due conoscono Yulia, tecnico delle comunicazioni, con la quale stringono una profonda amicizia che sfiorerà sempre i confini dell’amore, senza però mai superarli. I tre vivranno in prima persona gli intrighi politici, le lotte di potere, i successi e le disfatte dell’Unione Sovietica in un arco di tempo che abbraccia quindici anni della sua storia. Tutto ciò è narrato nel lungometraggio El Cosmonauta, una produzione della spagnola Riot Cinema Collective.
Alla base del progetto c’è un modello di finanziamento – il crowdsourcing – che si è affermato dentro e fuori dall’industria cinematografica (lo stesso Obama l’ha impiegato nella sua vittoriosa campagna elettorale). Valendosi di tutti i canali offerti dalle nuove tecnologie, da Internet ai social networks alle community, la produzione raggiunge migliaia di persone che – vista l’idea – decidono in autonomia di microfinanziare la realizzazione del film. Si viene così a formare una vera e propria folla di produttori, che nel caso di El Cosmonauta è arrivata a 4075 persone. A questi si affiancano piccoli investitori (562, riporta il sito) che poi avranno la possibilità di partecipare agli utili.
Nel suo complesso ad oggi El Cosmonauta ha raccolto e speso 364.000 euro. Ma la strada è ancora lunga, perché il budget è stato fissato due anni fa a 860.000 euro, dunque ne mancano quasi cinquecentomila, che serviranno a completare il film (centomila euro) e per la post-produzione, la distribuzione e per pagare gli attori e staff (i cui stipendi si aggirano nel loro complesso sul 30% del totale).
L’aspetto interessante di tali produzioni è che, per convincere una moltitudine anomima di utenti a diventare microproduttori, bisogna investire molto nel racconto. Non tanto del film in sé, quanto di tutto ciò che vi è intorno. Sia per quanto riguarda l’universo di finzione, e infatti il film viene corredato da un progetto "transmedia" (si narra l'universo del film su diverse piattaforme, telefonia mobile in primis, e in vari modi: testi, fotografie, audio, immagini che arricchiscono la trama principale), sia per quanto riguarda il mondo reale. E infatti il sito è pieno di informazioni: dalla sceneggiatura al progetto complessivo, dal budget al press kit alle foto, dallo staff alla community, tutto è online e a disposizione di chi abbia voglia di approfondire. Per tenere viva l’attenzione e attiva la community di fan, vengono inoltre organizzati eventi, serate e giochi, che ancora una volta vengono poi rilanciati in rete e sui social media per creare ulteriore risonanza.
Il risultato di tutto ciò? El Cosmonauta è un film che sembra promettere bene. È stato da poco pubblicato il primo trailer: l’impatto visivo c’è, gli attori reggono la scena, si crea un’atmosfera. Ma ecco il trailer, cosa ne pensate?
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