Le cose cambiano per James Cameron e fortunatamente sempre per il meglio: mentre era a Pechino per la presentazione di Titanic 3D, il New York Times ne ha approfittato per una lunga intervista sul futuro delle co-produzioni in Cina e sul fatto che ora il governo abbia aumentato il numero di pellicole straniere che è permesso proiettare nei cinema cinesi nell'arco di un anno.
Ma, se Cameron si è detto più che favorevole all'apertura di un mercato in rapida espansione come quello cinese, ha anche avuto modo di rispondere a una domanda sui suoi progetti futuri, che ha spalancato un mondo di novità ancora sconosciuto ai più: "Negli ultimi sedici anni ho diviso il mio tempo tra le esplorazioni subacquee e i film, realizzando otto documentari e due film".
Per Cameron è tempo di cambiamenti: "L'anno scorso ho smantellato la mia casa di produzione cinematografica. Non sono più interessato a produrre altri film, ora mi sono concentrato sul progetto Avatar. Punto. Fine, nient'altro".
Ma soprattutto: "Girerò Avatar 2, 3, forse anche il 4, non realizzerò film per altre case di produzione, non sono interessato a leggere altre sceneggiature. So che tutto questo può apparire limitante, ma io penso che all'interno del mondo di Avatar posso comunicare tutto quello che ho bisogno di dire e che penso vada comunicato, riguardo alla stato del mondo di ciò che penso vada fatto e farlo in un modo che possa divertire il pubblico".
Quindi, carriera chiusa per progetti cinematografici diversi da Avatar: "E qualsiasi altra cosa voglia raccontare su questo tema, posso farlo attraverso i documentari: ne ho realizzati cinque in dieci anni e ho in programma di girarne altri. In effetti ne sto girando già un altro, sulla prima spedizione del progetto Deep Six Challenge. Il documentario verrà girato quest'anno e sarà pronto per la prima parte del 2013".
Per quanto riguarda il punto della situazione sulla produzione dei sequel di Avatar: "Abbiamo impiegato l'ultimo anno e mezzo nello sviluppo del software e nel pianificare gli sviluppi della produzione. La metodologia della produzione virtuale era fondamentalmente un prototipo: per i primi due anni e mezzo e a fronte di cento milioni di spesa non sapevamo nemmeno se avrebbe funzionato".
Ora la produzione si sta evolvendo: "Abbiamo deciso di renderci le cose più facili, così da poterci concentrare sulla creatività. È stato un percorso tutto in salita la prima volta, per cui ora stiamo lavorando sugli strumenti per la messa in opera, la creazione di nuovi teatri di posa in Nuova Zelanda e ovviamente scrivere le sceneggiature. Non abbiamo nemmeno cominciato a ideare le scenografie".
Il che spiega la recente dichiazione del co-produttore Jon Landau, secondo cui Avatar 2 non arriverà nei cinema prima del 2016, rispetto al 2014 pianificato in precedenza.
Che dite, James Cameron rivoluzionerà il cinema un'altra volta?
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