Con il romanzo L’uomo d’argento (2012) pubblicato da Edizioni e/o lo scrittore Claudio Morici ci descrive un futuro quasi catastrofico. Ma non si tratta di una catastrofe dovuta a fattori naturali oppure alle tanto decantate profezie Maya. Si tratta solo e unicamente di una crisi economica, ma di una portata tale da mettere in ginocchio tutti i paesi occidentali. Il benessere come lo conosciamo improvvisamente finisce, finisce il denaro. Le industrie chiudono, non ci sarà lavoro per nessuno, non si potrà "stringere la cinghia" perché l’uomo medio non avrà più neanche quella. Sarà un mondo di ex: ex operai, ex dottori, ex manager ecc. ecc.
Ci sarà solo un luogo dove molti ex vorranno andare, una città senza nome dove un gruppo di giovani lungimiranti ha creato una strana comunità che non si regge sul lavoro, ma sul non fare nulla se non bere birra e fare sesso senza amore. Il protagonista, di cui non viene detto il nome, vive in questa città da tempo, assiste ai continui arrivi di altri a cui viene appioppato subito il termine, quasi dispregiativo, di "appenarrivato", e tra questi nota con interesse Jenny, anche lei "appenarrivata" ma, al contrario di altri, non ha il comportamento tipico dell'ex, che cerca subito un contatto umano, è depresso/a o elemosina l’attenzione degli altri. Jenny sembra una che vive nella città da moltissimo tempo.
Tra loro nascerà l'amore, ma sarà un amore malato e molto probabilmente senza un futuro. In questo mondo malato, colpito da una nevrosi collettiva dalla quale sembra impossibile uscire indenni, solo un protagonista sembra non esserne afflitto. E’ un uomo pitturato d’argento che siede su una panchina al centro della città e non fa assolutamente nulla.
L'autore. Claudio Morici è nato a Roma nel 1972, si è laureato in Psicologia Clinica e ha lavorato per due anni in varie comunità terapeutiche prima di cambiare lavoro e passare a fare tutt’altro. È un web artist, copywriter e scrittore. Il suo romanzo d’esordio dal titolo Matti slegati è ambientato appunto in una comunità terapeutica. È anche autore di Actarus – La vera storia di un pilota di robot, un romanzo che proietta il lettore nel 2076 a seguire le imprese di un grande eroe dei cartoon che negli anni ’70 affascinò tanti ragazzini dell’epoca cresciuti a pane e Goldrake. Claudio Morici viaggia moltissimo: L’uomo d’argento è stato scritto in almeno trenta città differenti.
La quarta di copertina. Una grave crisi economica investe il mondo. Non è una delle tante: è l’ultima, quella definitiva. Finiscono per sempre soldi, lavoro e benessere. Solo un posto si è salvato: è la città dove vive il protagonista di questa storia. Qui un gruppo di ragazzi come lui, intuendo prima degli altri come sarebbe andata a finire, ha fondato una comunità basata su alcol e promiscuità, svuotata da ogni preoccupazione e progettualità. È la nuova terra promessa per ex programmatori ed ex architetti, ex banchieri ed ex direttori marketing. Una vera e propria ondata migratoria alla rovescia con fenomeni di razzismo e discriminazione. Anche Jenny è una “appena arrivata”, ma è diversa: non è la solita emarginata, depressa e bisognosa di calore umano. Jenny sembra viva in città da sempre; anche per questo il protagonista non può togliersela dalla testa. Inizia così una storia d’amore assurda, fatta di bugie e voglia di cambiamento, differenze culturali e sintomi di una nevrosi collettiva che ci riguarda tutti e da cui appare impossibile uscire indenni. L’unico che sembra farcela è un uomo pitturato d’argento. Sta seduto su una panchina al centro della città e, da anni, non fa assolutamente niente. In uno scenario futuristico, dipinto a tinte cupe, trionfano l'opportunismo e il disimpegno. Una visione acuta, divertente e terrificante del dolore, della fine del lavoro e del mondo.
Claudio Morici, L’uomo d’argento (2012)
Edizioni e/o, collana Dal Mondo, pagg. 189, euro 16,00
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