Squadra formata quindi da eroi di primo piano ma manca ancora, secondo Stan Lee, qualcosa all'amalgama, una figura iconica che possa guidare il gruppo ed attiri definitivamente l'attenzione del grande pubblico. Già nel secondo numero si comincia così a delineare, proprio per questo motivo, quella che in seguito diventerà una delle caratteristiche fondamentali dei Vendicatori: il frequente cambio di formazione. Hulk realizza di essere temuto anche dai suoi compagni, causa il caratterino non troppo facile e la tendenza a “spaccare” qualunque cosa gli stia intorno, sparendo di colpo dalla circolazione ed andandosene per “essere solo lasciato in pace”. Gli altri Vendicatori, dimostrando un'intelligenza non troppo superiore a quella del gigante di giada, nei numeri successivi lo seguono fino al circolo polare artico per convincerlo a rimanere. Negli scontri inevitabili viene coinvolto anche Namor il Sub-Mariner, altro personaggio di culto della Marvel originaria come di quella moderna; ma soprattutto un certo iceberg viene strappato dalla venerazione di una tribù Inuit e scagliato fra le correnti dell'Atlantico proprio da Namor.
All'interno del blocco di ghiaccio i nostri eroi troveranno, in animazione sospesa ma ben conservato dal siero del supersoldato, una pietra miliare di quasi ogni formazione dei Vendicatori nonché spesso loro futuro leader: Capitan America.
Frequenti cambi di formazione, potenti eroi e la guida di un'icona leggendaria come Capitan America (in grado di tener testa al Superman della concorrenza) sono alcuni degli ingredienti vincenti nei Vendicatori delle origini. Ma per rendere questo supergruppo qualcosa di particolare la Marvel pensò di fare un passo avanti, di aggiungere alcuni ulteriori elementi che in quel momento la concorrenza non riusciva a gestire altrettanto bene, elementi tanto riusciti da diventare assieme agli altri dei punti fermi di caratterizzazione per la testata. Il primo di questi sarà una conseguenza diretta della filosofia dei supereroi con superproblemi tanto apprezzata in testate come Spiderman, Hulk o gli stessi Fantastici Quattro, ma adattato ad un supergruppo le cui necessità riguardo allo sviluppo dei personaggi dovevano per forza rientrare in uno schema molto più fluido ed immediato rispetto ai protagonisti classici. Rendere questa idea molto cara al grande pubblico in un contesto come quello dei Vendicatori si dimostrò molto più semplice del previsto, si riuscì infatti ad ovviare al problema introducendo nella formazione degli ex supercriminali in via di redenzione. Occhio di Falco, Scarlet e Quicksilver, criminali apparsi su Iron Man e le testate mutanti, diventeranno membri fissi dei Vendicatori sotto la guida di Capitan America portando al fumetto una tensione narrativa decisamente innovativa per il periodo e confermando una trovata tanto spettacolare da dimostrarsi sempre apprezzata per il mezzo secolo a venire. Fra gli anni ’60 e gli anni ’70 verrà poi introdotta un’ultima importante caratteristica nel fumetto, la parte romantica e sentimentale, in alcuni periodi tanto accentuata da far concorrenza alle soap opera più in voga. Amori mai corrisposti, momenti strappalacrime, triangoli affettivi entreranno quindi nell’ingranaggio dei Vendicatori e non li abbandoneranno mai, arrivando ad estremi a volte tragicomici. L’amore della strega Scarlet per la Visione, un androide senza un briciolo di umanità, ed il desiderio così bruciante di dargli una famiglia e dei figli porteranno la donna, proprio agli inizi degli anni ’70, ad utilizzare la magia di alterazione della realtà di sua competenza per creare un idillio destinato ad estinguersi poi in breve tempo con esiti catastrofici.
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