A volte ci sono opere che trattano uno stesso tema, tanto che leggendone una ritorna subito alla mente la prima; il collegamento scatta nelle prime pagine, e non ha importanza se poi la trama è totalmente diversa, ormai il confronto è aperto.
Leggendo Titano di John Varley è difficile che chi ha letto Incontro con Rama di Arthur C. Clarke non resti colpito dalla situazione iniziale molto simile, in ambedue le opere si parla di una gigantesca astronave generazionale aliena e della sua esplorazione da parte dei terrestri.
Le differenze non mancano, in comune i due romanzi hanno la grandiosità e le stranezze di due piccoli mondi artificiali, dove ogni passo può rivelare una sorpresa.
Titano inizia nell'orbita di Saturno, dove l'astronave VSP Ringmaster sta esplorando la ricca corte di satelliti che circonda il pianeta, quando Gaby Plauget, l'astronoma di bordo, scopre un dodicesimo satellite dalle strane caratteristiche.
Cirocco Jones, la comandante della missione, decide di dare un'occhiata ravvicinata al piccolo corpo celeste non immagina di avviarsi verso un'avventura incredibile.
Il satellite, battezzato Temi, si rivela essere artificiale e con una forma del tutto particolare, simile a una ruota panoramica con un diametro di 1.300 chilometri, tenuta assieme da sei "raggi" che congiungono il "mozzo" con un "cerchione" toroidale, largo 250 chilometri e spesso una trentina.
In definitiva Temi si rivela molto più grande del previsto, quasi tutto vuoto ma costruito con uno scopo preciso, fornire un habitat a qualche specie aliena.
Ma le sorprese nascoste dal piccolo mondo non sono finite, quando la Ringmaster si avvicina a Temi viene circondata da lunghi tentacoli, che avviluppano l'astronave e la fanno schiantare sulla superficie, dove altri tentacoli trascinano i membri dell'equipaggio sottoterra.
Quando Cirocco si risveglia è sola, nuda e completamente glabra, solo gli oggetti di metallo si sono salvati dal terribile periodo sotterraneo, tra questi la radio, con la quale la comandante riesce a ritrovare Plauget e poi Calvin Greene, il fisico di bordo.
Temi si rivela un mondo pieno di sorprese, la flora e la fauna sono varie e complesse, ci sono strane strutture e fenomeni incomprensibili, apparentemente non c'è modo di tornare a casa, ma Cirocco non si abbandona allo sconforto, è decisa a trovare chi ha costruito quel fantastico mondo, anche se per farlo dovrà arrivare al suo centro.
Rispetto a Rama, misterioso e freddo ma tutto sommato innocuo, Temi si rivela lussureggiante e pericoloso, le sue dimensioni sono notevolmente più grandi (Rama aveva un diametro di 20 chilometri per una lunghezza di 50) e la struttura infinitamente più complessa, dopotutto non è uno scherzo mantenere in funzione un mondo con un diametro che raggiunge quasi la metà di quello lunare.
A differenza di Clarke, che faceva scoprire Rama da un astronomo, Varley immagina che sia un'astronave a scoprire Temi, e sviluppa molto più dello scrittore inglese i personaggi e i rapporti interpersonali, insistendo parecchio sui temi sessuali.
Purtroppo questa è forse la parte meno riuscita del romanzo, evidentemente Varley pensa che la NASA del 2025 sarà molto più informale di quella odierna, ma i rapporti tra i sette membri dell'equipaggio e le scene a sfondo sessuali sembrano posticce, non funzionali alla narrazione.
Lo sforzo dell'autore texano, sempre molto attento alla parte scientifica dei suoi romanzi, per costruire un mondo artificiale credibile è invece eccezionale, Temi è immaginato a partire da un Habitat di Stanford, una colonia spaziale per 15.000 persone, ma su scala molto più grande, e risulta credibile e coinvolgente.
Esiste un bel sito dedicato a questa colossale costruzione, vi sono disegni e addirittura video, il tutto si trova a questo indirizzo: http://ammonra.org/gaea/index.html se non volete fare grossi sforzi per capire come è fatto Temi questo è il posto giusto.
Altro motivo di interesse sono le fantastiche creature che popolano questo mondo, centauri intelligenti, giganteschi dirigibili, esapodi di tutti i tipi e naturalmente Gea, la creatura che si annida al centro di Temi.
Varley è dannatamente abile nell'accumulare misteri e nel fornire le risposte, sebbene volume iniziale di una trilogia Titano è perfettamente leggibile da solo e non lascia affatto delusi.
Una nota di merito va alla bellissima copertina di Franco Brambilla, davvero di grande effetto, degna di un romanzo avvincente e pieno di idee.
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