Il lettore americano si abituò quindi ad essere proiettato per qualche minuto ogni giorno nelle rutilanti avventure dello stoico ed inossidabile maggiore Sky Masters, del burbero sergente Burly, della stupenda Holly Martin e del di lei fratellino, decisamente pestifero, Danny. Partendo da una atmosfera ben più realistica di quelle a cui era abituato, Jack Kirby riuscì a dipingere perfettamente una neonata Forza Spaziale degli Stati Uniti, dotata di una sua stazione orbitante a forma di classica ruota e soprattutto di moduli molto simili alla navetta Mercury, proprio in quel momento in via di sviluppo, per spostarsi dal centro operativo terrestre di Cape Canaveral allo spazio profondo. Sky Masters, il nome del protagonista più che un manifesto alla supremazia americana fra le stelle, si proponeva all'inizio come una fantascienza di un futuro vicino, quasi tangibile e non più all'avanguardia di uno sguardo al prossimo domani, vincendo l'attenzione del pubblico proprio per la concretezza delle situazioni proposte e per l'immediatezza nel risultare comprensibile anche a chi mai aveva sentito nominare la fantascienza. Kirby, per nulla intimidito dal mondo delle strisce, riuscì a piegare perfettamente lo strumento a disposizione alle sue esigenze narrative senza abbandonare quei caratteri salienti della sua arte che per mezzo secolo sono riusciti ad affascinare numerose generazioni di appassionati, schiacciando in poche vignette schematiche di razzi spaziali, inserendo scene d'azione a tutto campo e prospettive impossibili, annullando sapientemente a colpi di pennino il senso comune degli spettatori che per pochi attimi riuscivano a vedersi concretamente al fianco del proprio eroe. Inchiostrato alla perfezione da Wally Wood e poi dal veterano Dick Ayers, che lo seguì anche sui primi numeri dei Fantastici Quattro, Sky Masters conteneva quel mix di avventura ed immaginazione che non “avrebbero potuto lasciare insensibile nessuno avventuriero da poltrona in cui scorresse un minimo di sangue vivo” ma al contempo presentava purtroppo anche quegli elementi che gli avrebbero in un secondo momento potuto negare il successo duraturo ben meritato. Infatti un'opera troppo circostanziata negli avvenimenti storici del periodo e basata unicamente sull'effetto dirompente di un immaginazione a “breve termine” può essere solo destinata ad invecchiare proporzionalmente alla velocità del progresso e del mutamento storico proprio del periodo in questione. Accorgendosi della cosa, Kirby provò ad inserire soggetti di fantascienza più spinta, a dare più respiro alle storie con particolari poi ripresi in seguito per lo sviluppo dell'universo Marvel e più nello specifico dei Fantastici Quattro, sicuramente molto simili al quartetto di avventurieri spaziali di Sky Masters, ma l'esito del suo intervento rimarrà sempre dubbio perché nel 1961, per questioni puramente legali, Sky Masters verrà abbandonato dall'autore da lì a breve assorbito completamente nel suo lavoro per Marvel Comics. Un problema molto reale e concreto di royalties, infatti, mise in urto Woods e soprattutto Kirby in prima persona con Schiff che fece seguire l'azione legale alle contestazioni, costringendo infine lo stesso Kirby a presentarsi in tribunale per difendersi dall'accusa di non aver concesso al mediatore la quota pattuita dei proventi su Sky Masters. Vincendo in modo schiacciante la causa Schiff, non ancora appagato, si accanì sul disegnatore e lo espulse in un secondo momento dalla DC Comics, bersagliando in prima persona, poi con il sostegno di amici e colleghi, tutto l'operato del “Re” su Sky Masters mediante una feroce critica fino ai minimi dettagli delle tavole ed affondando completamente qualunque speranza di una ripresa del progetto. Entrata di nuovo nel limbo dei sogni incompiuti ed accantonata con veemenza, a causa dello smacco ricevuto, anche dal suo stesso creatore, Sky Masters è rimasta però nel cuore degli appassionati fino ai giorni nostri come un classico ed imperdibile esempio di fantascienza degli anni Cinquanta, riemergendo in varie edizioni in tutto il mondo nonostante gli sforzi di Kirby nel seppellirla più a fondo possibile.
Ripubblicato recentemente in America dalla casa editrice Pure Imagination e presentato dalla Glenat al Salone del Fumetto di Barcellona nel 2008, restaurato dal talentuoso Ferran Delgado, Sky Masters of the Space Force rimane uno dei migliori esempi dell'arte fantascientifica di un Jack Kirby particolarmente ispirato ed una delle pietre miliari, anche se disconosciuta dal suo stesso autore, dell'opera del “Re”. Un ottimo fumetto, quindi, adatto anche ai non appassionati di fantascienza che l'editore Nona Arte ha appena riproposto per il pubblico italiano in un'edizione completa sia delle tavole giornaliere sia delle storie domenicali.
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