Final Fantasy è stato prima un gioco, poi un film e ora anche un libro. Per gli smanettoni della Playstation Final Fantasy è un classico videogame, per il grande schermo un evento cinematografico dove per la prima volta vengono impiegati attori assolutamente virtuali, solo questa è la novità degna di rilievo della pellicola. Il film costato 137 milioni di dollari, in USA è stato accolto con severa freddezza: Hironobu Sakaguchi, creatore del gioco che ha venduto oltre 33 milioni di copie dal 1987 ad oggi, è anche il regista della pellicola. Il film come il libro di Dean Wesley Smith basato su Final Fantasy: the spirits within, sceneggiatura originale di Alan Reinert e Jeff Vintar basato sulla storia originale di Hironobu Sakaguchi lasciano ben poco posto all'immaginazione, entrambi lasciano ben poco posto all'immaginazione e la fantascienza è solo un elemento di contorno che quasi stona con le quasi superbe animazioni in 3D della pellicola. Presso di gli studi di Honolulu della Square, società che ha realizzato il film, nell'arco di quattro anni, duecento animatori e grafici provenienti da ventidue paesi hanno dato vita a questo film che affascina per la grafica, ma che delude ampiamente per i suoi contenuti narrativi.

Il libro Final Fantasy di Dean Wesley Smith, scrittore conosciuto soprattutto per aver scritto un paio di discreti libri sulle vicende di Star Trek, è purtroppo una volgare scopiazzatura della sceneggiatura originale del film: nel 2065 d.c. la Terra è un pianeta desolato, la vita non esiste più sul suo suolo e i pochi superstiti umani sono costretti a difendere le loro vite dagli attacchi degli alieni, alieni tanto forti che nessuna arma sembra poter distruggere. Aki Ross, scienziata impegnata a riportar la vita sulla Terra, è una ostinata idealista convinta che la Terra può ancora sperare in un futuro; la protagonista alla ricerca degli elementi vitali che daranno nuova vita a Gaia (lo spirito della Terra), purtroppo è stata contagiata da un alieno: il suo corpo ospita un essere alieno che è però tenuto sotto controllo e dalla forza di volontà di vivere della scienziata e dalla scienza. Aki soffre di incubi: non passa notte che non sogni un mondo alieno dove orde di mostruose creature si fanno la guerra fino a distruggere il loro pianeta. Gli incubi di cui soffre Aki sono pressoché tutti simili: Aki si interroga sui suoi sogni e alla fine giunge alla conclusione che la Terra non è stata invasa dagli alieni bensì dai loro fantasmi. Una volta che questa verità viene confermata, viene anche spiegato perché la razza umana non può uccidere i mostri alieni: è infatti impossibile dare nuova morte a quanto è già morto una volta.

I fantasmi alieni distruggono senza pietà ogni residuo di vita presente sulla Terra: Aki, insieme ad un commando di futuristici soldati, parte alla ricerca degli elementi vitali che daranno nuova vita a Gaia, lo spirito della Terra. Nessuno vuole credere alle bizzarre teorie della scienziata tranne uno vecchio dottore amico di Aki e, ovviamente, il gruppo di soldati che si sono impegnati a scortare Aki nella sua ricerca degli elementi vitali. Intanto il Governo terrestre ha messo in orbita il devastante cannone laser Zeus: per quanto Aki si opponga all'utilizzo del raggio laser, una umanità sconfitta nelle speranze di sopravvivenza caldeggia l'uso del cannone contro gli invasori extraterrestri prima che sia troppo tardi. La Terra è presa d'assalto dagli alieni: gli ultimi avamposti vengono distrutti dalla furia aliena; Zeus è pronto a scaricare sugli invasori la sua forza devastante, ma Aki si oppone a questa soluzione perché così facendo, Zeus distruggerebbe lo spirito della Terra, Gaia. La situazione deflagra: Zeus viene azionato e puntato contro gli alieni, ma nell'intanto Aki ha raccolto gli elementi vitali che daranno nuova forza generatrice a Gaia. Grazie al sacrificio di molti uomini, tra cui anche l'amante della scienziata, Gaia rinasce e Zeus a seguito di un sovraccarico energetico esplode. La Terra è salva: il costo in termini di vite umane è stato grande. Aki, dopo tanti anni di tenebre, accoglie nei suoi occhi con romantica speranza la luce del sole. Il mondo adesso le appartiene: tutto deve esser ricostruito, ma nei suoi occhi è chiara la volontà di ricostruire una nuova civiltà.

Il libro Final Fantasy scritto da D. W. Smith è speculare alla sceneggiatura del film: scritto con stile a dir poco approssimativo, le caratterizzazioni dei personaggi sono appena tracciate, anche le descrizioni dei paesaggi sono appena abbozzate, tutto ciò rende la trama assai poco coinvolgente e credibile. La trama semplice e lineare non lascia spazio all'immaginazione, manca di autentico pathos: leggendo il romanzo si ha come l'impressione di aver a che fare con una playstation che invia al cervello input in sola lettura, input che il cervello registra annoiato. Il romanzo non è un capolavoro di originalità: la sua struttura narrativa va bene per un pubblico adolescente, ma per quanti amano la vera fantascienza, quella seria, il libro è una autentica delusione.