Marcus riesce a salvare Blair, una donna membro del gruppo di Connor, che lo conduce alla loro base ma Marcus salta su una mina e viene scoperta la sua natura cibernetica. Nel frattempo la resistenza scopre che attraverso la disattivazione di un segnale è possibile disattivare anche le macchine, ma questo dato non è stato confermato da alcun test e John Connor si offre di organizzare una prova sul campo. Nel frattempo, Connor scopre che il suo futuro padre è prigioniero nella base di Skynet, la stessa che sarà bombardata per disattivare le macchine, per cui chiede a tutti via radio di non partecipare alla missione, anche perché la base è piena di prigionieri umani. In un discorso molto bello, forse l'unico vero momento forte ed emozionante del film, Connor afferma che lasciare quei priogionieri al loro destino e ucciderli nella missione è un atto senza cuore che ci assimila alle macchine che vorremmo distruggere, e non è così che si può vincere la guerra contro di loro. Il cuore che batte nel petto e che accomuna tutti gli esseri umani è più importante di questo attacco al cuore di Skynet. Alla fine Connor riesce a salvare l'ignaro Kyle Reese e tutti i prigionieri, ma a caro prezzo perchè viene ferito gravemente al petto. Marcus si offre di donargli il proprio cuore dato che il suo sta cedendo, una macchina che si sacrifica per un uomo. Una scena però un po' troppo semplicistica, perché non è così semplice donare un organo, ci sono questioni di compatibilità e di rigetto da considerare, su cui il film sorvola completamente. Non è poi affatto etico accettare un organo vitale da una persona viva, anche se si tratta di un organismo cibernetico, perché Marcus aveva dimostrato di essere autonomo nelle sue decisioni, avendo scelto da quale parte stare senza seguire ciecamente gli ordini di Skynet come tutti gli altri Terminator. Quindi Marcus è da considerarsi un essere senziente e nessuno avrebbe dovuto accettare il suo sacrificio. Ma d'altronde il film non ha una trama coerente ed è semplicemente una scena d'azione dopo l'altra,l con qualche dialogo più o meno utile o interessante in mezzo.Di Kate Brewster, interpretata in questo film da Bryce Dallas Howard, abbiamo già detto. L'altra donna che compare è Blair, interpretata da Moon Bloodgood, un soldato della resistenza, ma non è molto capace di badare a se stessa, dato che quando viene attaccata nel deserto da alcuni stupratori viene salvata da Marcus che si trovava nel posto giusto al momento giusto. (Toh, che combinazione!) Non ci sono quindi personaggi femminili degni di essere ricordati. Ma per i personaggi maschili non è andato meglio. Christian Bale ha voluto intellettualizzare il suo personaggio, dandogli una dimensione interiore molto più ricca di quanto Sam Worthington sia riuscito a fare con il suo organismo cibernetico, ma il suo stile di recitazione non è riuscito a fare presa sul pubblico apparendo in alcune scene freddo e distaccato. Malgrado questo problema il personaggio è venuto fuori molto meglio di Marcus. John Connor è un uomo che ragiona, che riflette, che analizza, che pensa, è da lì che nasce la sua forza, quando lui guida glialtri, lo fa solo dopo aver ideato un piano, dopo aver pianificato, al contrario della vera leadership della resistenza, che vuole organizzare un bombardamento su prigionieri umani senza neanche aver testato sul campo la loro teoria. Connor ascolta i nastri audio della madre, con i suoi consigli e i suoi avvertimenti ma è in grado di andare oltre e capire quando è il momento di fare qualcosa di diverso. John Connor è il leader morale della resistenza, ecco perchè la gente lo ascolta quando trasmette per radio, ecco perché lo seguono in battaglia, perché su lui si può sempre fare affidamento ed è uno che va fino in fondo in quello che deve fare mentre gli altri comandanti si rivelano superficiali e attaccati a gerarchie e catene di comando ormai obsolete. Connor per loro è una spina nel fianco, un uomo scomodo, che conosce la verità e la dice. In confronto, Sam Worthington, con il suo Marcus, riesce solo ad esprimere poche emozioni di base, malgrado il suo personaggio abbia quasi più visibilità di John Connor. Un vero peccato, perché Marcus a me sembra solo un terzo incomodo, il vero protagonista del film avrebbe dovuto essere John Connor, non un organismo cibernetico, più umano di un umano. Si doveva narrare la nascita di John come leader e collegarla alla voce materna che lo guida dal passato ma che a un certo punto Connor non può più seguire se vuole diventare il leader che tutti aspettano. Sarebbe stata una trama in cui il personaggio si trasformava da semplice soldato a guida carismatica raggiungendo anche toni epici. La scelta di seguire, invece, l'idea del film d'azione ha tolto importanza e profondità a personaggi che avevamo imparato ad amare. Si è preferito un film d'azione vuoto e
insignificante che non aggiungesse nulla di nuovo alla storia originale ma che ne sfruttasse tutti i cliché. Una completa delusione.
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