Ci sono due modi per andare a vedere Final Fantasy: il primo è quello di lasciarsi influenzare dagli effetti speciali, dalle animazioni fluide e pressoché perfette e dall'aspetto visivo di una storia fantascientifica che sembra - in alcune scene - ambientata in alcune copertine dei classici di Urania. L'altro è lasciarsi prendere dall'aspetto fantascientifico della storia che giocando un sottile tiro agli spettatori costruisce una storia di mondi interni, tramite l'ostentazione - apparente dei mondi esterni. Terra Anno 2065: su un pianeta devastato da misteriosi alieni, apparentemente invincibili, dove i terrestri sono ridotti a vivere protetti da recinti di forza in quelle che - una volta - erano le loro grandi città, i militari hanno deciso di usare un supercannone per distruggere l'asteroide con cui gli extraterrestri sembrano avere la loro inespugnabile base. Ma la dottoressa Aki Ross, invece, sostiene l'idea che questi minacciosi invasori potranno essere spazzati via grazie ad un'onda creata dagli otto spiriti che compongono la natura vitale della Terra. Il limite tra New Age e fantascienza dello spirito è decisamente piccolo per una storia interessante e - a tratti - emozionante per il suo andamento tra lo spirituale e lo scientifico per una trama forse non particolarmente originale, ma in grado di esplodere in un finale imprevedibile e tutt'altro che scontato o consolatorio. Un grande film che pur rischiando di deludere i maniaci degli effetti speciali o gli appassionati del videogioco, colpisce per il suo non scegliere soluzioni "commerciali" e prevedibili alla trama, puntando, invece, ad una storia semplice e diretta, in grado di richiamare l'elemento spirituale per un genere fantascientifico in cui riuscire a vedere l'invisibile è il sogno di tutti gli appassionati.