Con il titolo Il Ministero della Felicità è stato pubblicato da Cairo Editore l’ultimo romanzo di Sabino Acquaviva, noto sociologo, professore universitario che ha collaborato a numerose trasmissioni televisive.
Il Ministero della Felicità racconta come nel nostro paese sia ormai dominato dal Partito dei Partiti, che controlla il mondo dell’informazione. La sua casta agisce solo per sete di potere con lotte intestine all’ultimo sangue. Attraverso le stranianti esperienze di un intellettuale "assunto" per dirigere una sezione del Ministero della Felicità, l’autore ci descrive un'Italia che è difficile definire di un prossimo futuro in quanto le avventure del protagonista all’interno dei meandri del Ministero, le sue descrizioni degli uomini del potere e dei loro accoliti sono quanto meno attuali.
La voce narrante è quella di un intellettuale puro, che lavorando all’interno del Ministero vivrà esperienze fuori del comune. Il protagonista è alla ricerca di una donna con la quale ha avuto un'intensa storia d’amore, prima di essere abbandonato. Sa per certo che lei lavora all’interno del Ministero, ma sarà una ricerca vana, come saranno vane le sue richieste di colloquio con gli alti dirigenti al fine di portare a termine progetti ritenuti importanti. Le poche volte che riesce ad avere un appuntamento, scoprirà che l’alto dirigente parla solo di se stesso e della sua importanza.
Il romanzo ricorda l'opera di George Orwell. L'autore descrive molto bene l’allucinato mondo della tv, che conosce profondamente, e forse molte delle persone che incontra, indicate con sole iniziali, sono reali. Anche alcuni aneddoti sono accaduti realmente, come la storia di una ragazza con la chitarra che canta davanti alla porta di un direttore: "Io te l’ho data ma tu non mi dai niente".
Un brano dal testo. "Le mie speranze sono subito deluse. Non si parla di lavoro. Soltanto di persone, di collaboratori. Devono sistemare della gente, affidare incarichi secondo una precisa alchimia politica predisposta dal Partito dei partiti. Un Partito arruffone corrotto e litigioso diviso in destra e sinistra, ma a partire da una distinzione antica di cui da tempo si è perso il significato. Ogni partito all'interno del Partito dei partiti è a sua volta diviso in destra e sinistra. Entro queste due grandi fette vi sono altre fettine, e poi fettine di fettine, in un pulviscolo di diversità che alla fine si trasformano nel Potere di quei pochi su tutti.
Sono imbarazzato ma devo accettare. Così entra nel mio staff A., l'uomo che morde le donne che incontra sole nei corridoi. Ma anche H. famoso perché penetra di soppiatto negli uffici altrui, apre i cassetti e fotografa i documenti che gli possono essere utili per ricatti e intrallazzi. Mi assegnano anche un'altra persona un po' strana che nessuno vuole".
L’autore. Sabino Acquaviva, padovano classe 1929 è tra i più noti sociologi italiani, giornalista e scrittore. Ha insegnato a lungo nelle università di Trento e Padova, ha collaborato a numerose trasmissioni televisive; per due anni ha diretto la struttura cultura della Rai. È stato membro di importanti istituzioni accademiche internazionali. Amplissima la sua attività di pubblicista: ha al suo attivo numerose pubblicazioni scientifiche, articoli per riviste sia italiane che straniere, libri. Tra gli oltre quaranta volumi di cui è autore, ricordiamo L’eclissi del sacro nella civiltà industriale, pubblicato in cinque lingue, e La strategia del gene; tra i romanzi, La ragazza del ghetto (1995).
La quarta di copertina. Il Ministero della Felicità: è lì che si manipola il pensiero di milioni di individui. E mentre il Partito dei partiti controlla il mondo dell’informazione, la sua casta si alimenta con un sistema articolato di tangenti. Del resto, in nome della felicità dei cittadini si giustifica ogni cosa.
Un uomo, un intellettuale che ancora crede nel valore della cultura, dirige da poco una sezione del Ministero. Non gli è chiaro chi l’abbia voluto lì, ma ha in mente progetti importanti. E di quelli vorrebbe parlare al Direttore generale. Se solo lui lo ascoltasse... Invece è come se il suo lavoro non interessasse a nessuno, neppure ai «buttafango» che hanno fatto della diffamazione una pratica politica. Lo sa che non è possibile disvelare l’inganno, eppure la sua allucinata ricerca ricomincia ogni giorno: la ricerca di un interlocutore, di un senso, di un amore. L’amore della donna che lo ha abbandonato. Anche lei lavora al Ministero e lui spera di ritrovarla nel labirinto straniante di quegli uffici. Un incontro che, come gli altri, forse non accadrà mai.
In questa parabola di sapore orwelliano, mai tanto dolorosamente attuale, il protagonista rivendica il valore dell’autenticità umana contro la Grande Finzione mediatica. E la sua lotta contro l’espressione sottilmente violenta di una finta democrazia è, in fondo, anche la nostra.
Sabino Acquaviva, Il Ministero della Felicità (2011)
Cairo Editore, collana Scrittori italiani, pagg. 140, euro 12,00
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