Però ai suoi occhi sembra proprio… Si, certo, è oro! Ecco il segreto di quei furboni di indiani!Il passaggio sbuca in una specie di anfratto protetto da uno sperone di roccia: davanti ai suoi occhi compaiono resti di un villaggio abbandonato, case tirate su con mattoni di fango rosso e muretti di pietra a secco.Tutto questo sulla guida non era certo scritto: domani, al suo ritorno al campo base, sarà ricco e famoso e già immagina le interviste alla televisione…

Trova dei rami secchi ammonticchiati in una nicchia e, sebbene non abbia più con se il fornelletto – volato anche quello con lo zaino - nelle tasche della giacca a vento ha conservato l’accendino: ben presto una piccola fiamma illumina il sito mentre una preziosa barretta ai cereali diventa la sua cena.

Poi raggomitolato su se stesso per non disperdere il calore corporeo, cede alla stanchezza e al suo sogno di gloria, non molto diverso da quelli che accompagnarono Francisco Vázquez de Coronado nel suo viaggio alla ricerca della mitica città di Cibola.

Notte

Ma la luce ed il calore del falò hanno risvegliato qualcosa d’antico: i guardiani della montagna escono dai loro nidi di fango in un frullare d’ali.A un amante dei videogiochi potrebbero ricordare i mostri di uno sparatutto post-nucleare e, a pensarci bene, tutta la scena sembra proprio tratta da un film di fantascienza anni ’50. Solo che è realtà. In pochi istanti lo sciame ricopre il corpo del dormiente, si insinua tra le pieghe dei vestiti e centinaia di addomi rostrati prendono a pulsare alla ricerca di un punto debole.Il loro veleno non è mortale, serve a paralizzare le prede, però è doloroso da impazzire.

“Cazadores” li chiamano i nativi indiani, qualcuno li conosce con l’appellativo di falchi tarantola, sono grandi vespe che iniettano le larve nel corpo degli aracnidi, per svezzarle con la carne viva.

Il ragazzo si sveglia di soprassalto e la sensazione che prova è quella di venir trafitto da una serie di frecce arroventate.

In pieno delirio, crede di vedere lo sguardo malevolo di antichi fantasmi del popolo Anasazi alla ricerca di una vendetta contro i conquistadores spagnoli.

Naturalmente è solo l’iridescenza sulle ali degli insetti, ma ormai il panico incontrollato lo spinge alla fuga, verso il ciglio della montagna e oltre, verso una profonda spaccatura carsica della roccia; verso un ultimo volo nel baratro che, fino all’ultimo, gli sembra senza fondo.

Mattino

La temperatura del mattino è gelida e solo un pennacchio bianco sulla cima della montagna indica il passaggio della tempesta.I sacchi a pelo sulle spalle, un caffè forte che fuma nelle tazze di metallo smaltato, i soccorritori si stanno riposando dopo una notte di infruttuose ricerche, quando le radio portatili si mettono a gracchiare tutte insieme: una delle squadre ha ritrovato uno zaino ai piedi delle pendici meridionali.Il rappresentante della comunità Navajo scuote la testa e mormora una frase in tewa, l’antico dialetto del popolo Pueblo, ma pochi dei presenti sono in grado di comprenderne appieno il significato, qualcosa che ha a che fare con l’ascoltare “il respiro delle pietre e

la voce della montagna”.

Si riparte e presto i binocoli vengono puntati a perlustrare la parete, ma del ragazzo nessun segno.

Sembra essere scomparso nel nulla, precipitato in chissà quale anfratto o magari è disceso lungo una diversa via per poi perdersi nel deserto e finire pasto dei coyote.

Forse la sua bravata metterà un po’ di sale in zucca agli altri cercatori d’emozione, conclude lo sceriffo anche se, in fondo, ne dubita: sa già che assurde storie di luci misteriose, fantasmi

indiani e rapimenti alieni attireranno pazzi mitomani, scrittori falliti e strambi agenti dell’FBI, alimentando la leggenda della montagna maledetta.

Comunque sia ora non gli rimane che risalire in macchina e dirigersi verso la rassicurante realtà del suo ufficio e di tutte le scartoffie che sarà costretto a riempire.

Accende la radio: stanno trasmettendo una canzone degli America…

On the first part of the journey
I was looking at all the life
There were plants and birds and rocks and things
There was sand and hills and rings
The first thing I met was a fly with a buzz…