Autore di svariati videoclip Cosimo Alemà debutta anche al cinema come regista con At the end of the day, thriller ambientato nel mondo del soft air, girato in Italia, ma in lingua inglese con un cast di attori stranieri.
“Il passaggio al cinema è stato abbastanza naturale, perché avevo iniziato a fare questo lavoro proprio per dirigere dei film. La mia formazione pubblicitaria mi impedisce di considerarmi un autore, così per il mio esordio ho puntato a realizzare un film di genere che mescolasse il thriller e l’azione.”
At the end of the day – un giorno senza fine è un viaggio nella natura selvaggia, una partita di soft-air tra amici e intrecci amorosi inaspettati. Un viaggio avventuroso e romantico in una foresta bagnata dal caldo sole d'estate, che diventerà sempre più pericoloso e misterioso.
Alex, Riko, Chino, Thomas, Diana, e le sorelle Lara e Monica si dirigono nei boschi con fucili giocattolo senza sapere che quel posto in passato è stato una base militare dove avvenivano operazioni segrete. Su di loro incombe una grave minaccia e la loro curiosità e spavalderia si scontrerà con un destino inatteso. Appena si accorgeranno che Monica si è persa, Alex verrà ucciso da un uomo che poi si dileguerà immediatamente. Hanno così la consapevolezza di non essere soli in quel luogo abbandonato: là fuori c'è qualcuno e ciò che era iniziato come un semplice gioco alla guerra, improvvisamente si trasforma in una spaventosa e reale caccia all'uomo.
“Il modello ideale per questo film è sicuramente Un tranquillo weekend di paura di John Boorman. Abbiamo sempre pensato di realizzare un qualcosa che potesse essere visto anche al di fuori dall’Italia e per questo motivo lo abbiamo girato in inglese con un cast di interpreti non Italiani” continua il regista. “Un esperimento che ha funzionato bene e che gli ha consentito di essere venduto all’estero e acquisito perfino da una major come Universal.”
Interpretato da Stephanie Chapman Baker, Michael Lutz, Neil Linpow, Sam Cohan, Tom Stanley, Monika Mirga,Valene Kane, Andrew Harwwod Mills, Daniel Vivian e Michael Schermi, il film non ha attori italiani “Volevamo degli esordienti madre lingua e a Londra, dopo una serie di provini, abbiamo trovato un cast di grande talento di interpreti giovani. La loro bravura la dice lunga rispetto a quanto accade in Italia tra gli attori più popolari del nostro cinema…” dice Alemà con evidente rammarico “Del resto ai Festival internazionali il nostro cinema è considerato, oggi, come troppo autoreferenziale, ovvero come un prodotto che guarda solo ai confini nazionali e non pensa, a differenza di quanto faceva, per esempio, Sergio Leone, anche all’estero. Il nostro cinema di genere è quello che fino a qualche decina di anni riuscivamo davvero ad esportare e a commercializzare. Mi piace pensare, invece, che il mio film possa, invece, varcare i confini del nostro paese con una sensibilità più internazionale sia per la storia che per il suo essere raccontato con un linguaggio moderno e riconoscibile ovunque.”
La storia di At the end of the day è venuta in mente ad Alemà leggendo quanto è accaduto nell’ex Yugoslavia “Si tratta di un mondo affascinante in cui si gioca con armi giocattolo, ma molto sofisticate. Facendo delle ricerche abbiamo scoperto come la nostra storia avesse delle drammatiche analogie con fatti realmente accaduti nei Balcani degli anni Novanta, prima che scoppiasse lì la guerra vera. Per questo il nostro è un film violento, duro e angoscioso. Un thriller d’azione che vive di un’atmosfera inquietante e molto coinvolgente. Un punto di incontro tra il cinema di genere e quello d’autore.”
L’Italia è il primo paese europeo dove il film esce e il secondo dopo il Giappone.
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