Una delle dieci storie a fumetti più belle e importanti nella storia, probabilmente la migliore del genere fantascientifico, e in entrambi i casi non è un’esagerazione. Basterebbero queste due affermazioni per rendere questo volume imperdibile, ma in realtà c’è molto di più.
Il più famoso fumetto argentino (e ce ne sono molti, giunti in Italia per lo più grazie ai settimanali Lanciostory dal 1975 e Skorpio dal 1977) torna infatti disponibile nelle librerie italiane ma soprattutto arriva finalmente in una edizione mai vista prima.
Conosciuto nel Bel Paese soprattutto nella versione rimontata in verticale dall’ottimo Ruggero Giovannini (ristampata quattro volte in trent’anni, tra cui per la prima volta in volume unico allegata a la Repubblica nel 2003), L’Eternauta ritorna alle origini nella sua “filologica” versione in orizzontale (formato in cui apparve originariamente sul settimanale argentino Hora Cero), non più rimontata (seppur ad arte e con il consenso degli autori) e ripresa in gran parte dagli originali che hanno permesso di riscoprire particolari da tempo perduti, ancora meglio della splendida edizione argentina edita per il cinquantenario.
L’intera storia viene presentata in un unico volume, cartonato e con nuova traduzione (supervisionata una decina di volte), arricchito dal “dietro le quinte” del restauro nonché da un apparato critico che ne ripercorre le vicende sotto diversi punti di vista, firmati dai prestigiosi esperti Matteo Stefanelli, Sergio Brancato, Gino Frezza e Alessandro di Nocera, a cui si aggiunge una bella introduzione di Goffredo Fofi.
Il confronto anche soltanto di poche tavole qua e là dimostra immediatamente al lettore appassionato come a quello più distratto quanto la versione finalmente definitiva dell’opera in formato 30,6 × 23,5 cm renda giustizia al lavoro degli autori (Oesterheld è tragicamente desaparecido con quattro figlie nell’aprile 1977 senza che il suo corpo sia mai stato ritrovato, Solano López è attualmente in un centro di riabilitazione dopo essere stato colpito negli scorsi mesi da un ictus), ripristinando la corretta scansione della storia come pensata originariamente. In questo modo sono emersi diversi dettagli di testi e immagini mai visti dal pubblico italiano perché non inseriti nelle precedenti edizioni.
Molte tavole sono state ripulite dalle didascalie di raccordo tra le puntate settimanali, che coprivano immagini di fatto inedite e, dopo un lavoro certosino di rimontaggio (in passato non ci si faceva troppi problemi a tagliare e “cucire” in maniera editorialmente disinvolta) dalle tavole originali finalmente disponibili e scansionate nella quasi totalità, sono scomparsi ancor più dell’edizione francese dello scorso anno i fastidiosissimi retini impastati o diventati semplici chiazze di nero che infastidivano non poco la lettura.
La copertina colorata dalla napoletana Barbara Ciardo e l’appendice iconografica (dalle fotografie inedite della famiglia Oesterheld fino alla cartina di Buenos Aires che consente ai lettori di ripercorrere gli eventi del racconto) sono il giusto corollario alla presentazione dell’opera del “vagabondo dell’infinito” che finisce nella stanza di uno sceneggiatore di fumetti nella Buenos Aires del 1957, mentre una misteriosa nevicata si dimostra l’inizio di un’invasione aliena raccontata lucidamente con grandissima maestria e tragicamente profetica della dittatura sorta nel disastrato Paese sudamericano nei decenni successivi.

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