Aveva in mano qualcosa che a prima vista scambiai per un pezzo di carbone: era delle stesse dimensioni e dello stesso colore d’un ovoide di carbon Coke, ma mentre guardavo mi accorsi che mutava colore e forma… Era come un prisma dai colori delicati, sottili volute di nebbia che rimanevano attaccate alla mano del professore e si muovevano in una sequenza lenta, sinuosa...E allora avvenne il miracolo.Nell’aria davanti a noi, nel punto inquadrato da Dubb con il suo minuscolo apparecchio, lì dove gli occhi del gigante di pietra avrebbero guardato se fossero stati vivi, qualcosa cominciò ad animarsi. Dapprima fu una vibrazione, poi un colore, poi una sottile spaccatura nell’aria divenuta scura e solida come roccia. Davanti ai nostri occhi sbalorditi, dov’era stato solo il vuoto si allargava ora un varco su una sorta di cunicolo oscuro, che spariva nel nulla.Il professor Blend sorrise.— Ragazzi, penso che non ci sarà possibile calarci tutti, in quel passaggio. Andremo per primi Bennet e io. Poi, quando chiameremo, potrete seguirci.

Fawcett protestò.

— Ma potrebbe essere pericoloso! E lei, professore, è l’unico che sappia esattamente di che cosa si tratta... sarebbe meglio che qualcuno di noi andasse per primo.

— Proprio perché sono più preparato devo andare io per primo — disse Blend. — E non c’è molto tempo. Pericolo… Ci sono sempre pericoli, quando si affronta l’ignoto. Questo non penso sia peggio di altri che affrontiamo ogni giorno.

— Un passaggio dimensionale — mormorò Jenkins trasognato. — Quella che per noi è soltanto una teoria azzardata e mai provata, qualcuno l’ha applicata nel più remoto passato.

— Per quale motivo pensi che i segreti più riposti dell’archeologia non sono mai stati violati? — disse Blend severamente, — La soluzione è sempre stata a portata di mano, ma inaccessibile se non nei periodi previsti. Le piramidi, i Moai, i templi di Nazca... punti di riferimento che indicano le strade di un’altra dimensione.

Sapevamo tutti di essere giunti a un momento decisivo, mai verificatosi durante le grandi scoperte archeologiche: eppure improvvisamente ci sentimmo freddi, quasi distaccati dal mondo intorno a noi.

Blend entrò per primo nella porta dimensionale. Io lo seguivo a un passo. La spaccatura, dopo una discesa a gradino, conduceva in un condotto scavato in quella che pareva roccia, dalla pendenza lieve, grande quanto bastava a lasciar passare una persona per volta. Un condotto di origine artificiale, lo si poteva vedere bene dalle pareti lucide e levigate. Ma non c’era quel senso di antichità, di abbandono, che generalmente accompagna anche le realizzazioni più mirabili di una razza estinta. C’era qualcosa, in quella roccia, che faceva pensare a...

Improvvisamente, una parete ci si parò davanti.

Il professore si voltò verso di me.

— Non preoccuparti, Alfred: la Tavola parla di una Muraglia Invalicabile che protegge la dimora dei Waks…. un termine che nella lingua dei possessori del Sigillo... — Mosse la mano che stringeva sempre l’oggetto che pareva un carbone. —  …significa esattamente Signori della Fiamma. E noi abbiamo il Sigillo. La stella brilla nel cielo dopo cinquantamila anni dal precedente ciclo. La porta si aprirà: per noi e per i nostri compagni!

Continuò a camminare, tenendo davanti a sé la mano che stringeva il Sigillo, e d’un tratto quella che era stata solida roccia divenne una pare te di nebbia attraverso la quale il professore passò imperturbabile, senza incontrare alcun ostacolo. Incerto, lo seguii.

— Presto, Alfred — mi giunse la voce di Blend. — Non abbiamo molto tempo!

Sentii il mio corpo pervaso da uno strano formicolio, una sensazione per nulla sgradevole. Mossi un altro passo e mi ritrovai a brancolare in un gran mare di luce, e una voce senza suono diceva dentro di me:

— Benvenuti, fratelli, nel Regno delle Tenebre.

Era strano applicare una simile definizione a quella splendida, vivente, pulsante marea di luce.

Adesso erano desti, dopo tanto, tanto dormire, e potevano parlare con quei loro fratelli del futuro. Senza alcun bisogno d’interrogarli, seppero che il più anziano di loro era il Saggio che li aveva trovati e che, penetrando nel loro regno senza tempo, li aveva destati. La sua mente non aveva segreti per loro, e loro aprirono a lui la loro mente.

Quell’uomo anziano e i suoi compagni erano le persone giuste. In essi c’era la scintilla, il desiderio di conoscenza, la capacità di rinunciare alle lusinghe del mondo effimero… e c’era la pace. Nessuno di quegli uomini si era macchiato di colpe gravi. Sì, erano giusto come coloro che le profezie avevano descritto.

Ma il loro tempo... Oh, il loro tempo era ancora pieno di arroganza e d’ignoranza. Nel loro tempo gli uomini odiavano ancora gli altri uomini, i segreti della scienza erano ricercati per la loro capacità di dare ricchezza e potere, le forze fisiche erano concepite come mezzi per uccidere i nemici, per asservire i loro simili.