“Praticando un solo media, - ha sottolineato Caronia - la scrittura, Ballard è stato però capace di leggere tutta la proliferazione e la centralità dei media audiovisivi, sino a prevederne l’intreccio e il potenziamento realizzatosi poi con il digitale. E addirittura a leggere in questa chiave le arti visive. Quanto più ha amato i rotocalchi, il cinema, la televisione, tanto più Ballard è stato capace di mostrare come essi costituissero un ‘senso comune’ e omologato, ma decostruissero ogni possibile significato”.
Non poteva mancare un passaggio sul manifesto ballardiano dell’Inner Space che di fato ha dato il via alla New Wave britannica. Ballard invita gli altri scrittori a guardare non allo spazio extraterrestre, ma a quello interno dell’uomo, a quell’universo che idealmente trova nei poli mass-media e psiche umana i propri confini.
“Il ‘rovesciamento fra mondi interni ed esterni’, - ha spiegato Caronia - l’esteriorizzazione del sistema nervoso, che all’epoca potevano ancora sembrare invenzioni eccentriche e fantastiche di un autore eccessivamente visionario, sono diventate in poco più di trent’anni, col computer e Internet, esperienza quotidiana. Oggi già viviamo nelle ‘autostrade spinali’ e ci nutriamo delle ‘icone neuroniche’ che egli per la prima volta descrisse tra il 1965 e il 1970.”
È soprattutto con Il Condominio che per Caronia, Ballard abbandona il discorso sull’umano e sul postumano e diventa un sociologo, analizzando la società e il suo collante principale: la violenza. Questo è evidente nei suoi ultimi romanzi.
“Ballard - sostiene lo studioso milanese – diventa il cantore di questa ‘nuova epopea del ceto medio’ e la tesi di fondo di tutti questi romanzi è che l’uso controllato della violenza è l’unico dispositivo che può tenere sotto controllo una società postindustriale”.
Per Caronia si stanno avverando le previsioni di Ballard, basta pensare a come la coscienza, la psiche di tutti noi, intesa non solo come contenuto, si stia trasferendo sui cosiddetti social network e di come le stesse relazioni umane passino attraverso la Rete, Internet e il Web 2.0. Per dirla alla Ballard di come le nostre icone neuroniche viaggino ormai sulle autostrade spinali.
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