Se il trend venisse confermato, nel giro di pochi anni il libro digitale supererebbe i ricavi delle versioni a stampa. Ma resta ancora la diffidenza del lettore, spesso legato al libro-feticcio, o rimasto ancorato a una visione antiquata di ebook, non aggiornata alle importanti conquiste tecnologiche realizzate negli ultimi anni con l’e-ink, l’inchiostro digitale che rende l’esperienza di lettura dei moderni lettori uguale a quella di un normale libro a stampa.
Tradizione e modernità in conflitto, verrebbe da dire. Una dicotomia che in qualche maniera permane anche nell’editoria di fantascienza, del resto. È il caso della storica editrice Elara, figlia della precedente Perseo, a sua volta erede della Libra: affidata alla gestione di Armando Corridore, che raccoglie l’eredità di Ugo Malaguti (oggi curatore delle collane editoriali), l’Elara coniuga la riproposizione di testi classici ormai scomparsi da decenni con l’attenzione sempre costante alla qualità del prodotto editoriale.
È il caso, ora, della nuova collana “Libra Fantastica”, i cui primi titoli erano presenti ai DelosDays: Paria dei cieli di Asimov nella traduzione di Malaguti, Ombre sulle stelle di Edmond Hamilton, l’antologia I canti di un sognatore morto di Thomas Ligotti, il fantasy Il popolo della foresta di Daniele Vecchi, e il ciclo di Dark Agnes di Robert E. Howard, per la prima volta tradotto integralmente in italiano. E qui arriviamo alla grande novità degli ultimissimi anni: l’apertura del mercato editoriale specialistico al fantastico in tutte le sue forme.
La commistione di generi – fantascienza, fantasy, horror, noir, soprannaturale – è ormai una realtà all’estero, e anche in Italia da un po’ alcune case editrici hanno cominciato a variegare la loro offerta fantastica: dalle grandi realtà quali Nord e Fanucci passando per Urania, che negli anni scorsi ha affiancato alla storica collana di fantascienza serie dedicate al fantasy e all’horror, fino a Delos. Alla collana Odissea Fantascienza Delos Books ha affiancato nel 2006 Odissea Fantasy e nel 2007 Odissea Vampiri. Quest’ultima linea editoriale, finora tra l’altro quella di maggior successo dell’intera casa editrice, ha presentato in Italia romanzi di grandissima risonanza tra cui quelli di Tanya Huff, ospite ai DelosDays. E proprio ai DelosDays è stata presentata la nuova collana di Delos Books che esordisce questo mese, Odissea Zombie. Curata da due esperti del settore, Franco Forte (che ha presentato anche l’antologia-evento da lui curata, 365. Racconti horror per un anno) e Francesco Spagnuolo, la nuova serie esordisce con Rot&Ruin dell’americano Jonathan Maberry, ambientato negli States post-apocalisse infestati da zombie. E non deve stupire se Gianfranco Viviani, storico numero uno della Nord che ha poi guidato lo sbarco di Delos nelle librerie, si sia ora riservato la conduzione di Odissea Vampiri. Una scelta, quella di Viviani, che avrebbe fatto inorridire i puristi solo pochi anni fa ma è che invece oggi inevitabile: al di là di una moda che ha spesso prodotto opere di dubbia qualità, la commistione tra i generi può ridare linfa al genere weird, che proprio in questi anni sta dando segni di una nuova verve. La feconda unione tra il grottesco, l’horror, la fantascienza e il surreale ha già prodotto romanzi di grande qualità: il new weird, se così possiamo etichettarlo, è destinato ad occupare sempre più spazio nelle scelte degli editori italiani di narrativa fantastica (Elara ha presentato Veniss Underground di Jeff VanderMeer, acclamatissimo all’estero). Se la rivoluzione digitale sta dunque spingendo l’editoria italiana di fantascienza verso risultati sempre più notevoli, molti autori in erba trovano invece difficoltà a vedere pubblicate le proprie opere. Un problema non nuovo acuito oggi dal numero sempre crescente di aspiranti scrittori, quasi superiore a quello dei lettori nostrani, anche giovanissimi, attratti magari da facili successi. Ne ha parlato tra gli altri Martina Frammartino di Fantasy Magazine facendo notare gli errori dei grandi editori italiani nel presentare al pubblico opere di nostri scrittori: se Eragon ha successo, si cerca di pubblicare lo scrittore fantasy minorenne; se Twilight spopola, ecco tutti pronti a scrivere e pubblicare storie indifendibili di vampiri. Ma alla qualità, chi pensa? E proprio per la scarsa qualità tanti editori, anche piccoli, chiudono i rubinetti dei manoscritti. “Le nuove proposte? Le cestiniamo”, ha dovuto ammettere più di un editore commentando la mole enorme di romanzi ricevuti ogni anno in valutazione. La soluzione migliore è quella di passare per le riviste e per i concorsi. A dare qualche divertente suggerimento ci ha provato Luca Masali, scrittore di successo, vincitore del Premio Urania con I biplani di D’Annunzio (ripubblicato da Sironi), che ha avuto un seguito con La perla alla fine del mondo e con il romanzo breve La balena del cielo. Nella sua conferenza dal titolo “Come si vince un Premio Urania”, Masali ha giocato con il pubblico cercando di incentivare a scrivere “prima di tutto quello che ci piace, raccontare delle nostre passioni” (Masali stesso, appassionato di modelli di aeroplani, ne scrive appunto nei suoi romanzi). Il Premio Urania e ora anche il Premio Odissea, che mette in palio la pubblicazione nelle collane librarie di Delos Books, sono i principali canali per pubblicare in Italia romanzi inediti di fantascienza. E le riviste? Se n’è parlato molto ai DelosDays, dove sono stati anche presentati i risultati della nostra rivista, Delos Science Fiction, tornata negli ultimi anni ai successi del passato dopo una breve parentesi di difficoltà. Sotto la gestione di Carmine Treanni, Delos è ritornata prima alla bimestralità e ora alla mensilità, affiancando all’edizione online quella su carta acquistabile sul DeloStore, pubblicando insieme agli articoli anche racconti di autori capaci di innovare il genere. Stessa cosa dicasi per NeXT, la rivista dei Connettivisti (impegnati ai DelosDays nella quinta edizione della NextCon, la convention dedicata). Arrivata a 14 numeri di grande spessore qualitativo, NeXT ha presentato al pubblico – oltre a un ricco apparato saggistico e concettuale – racconti di nuovi e vecchi autori che testimoniano la vitalità del panorama narrativo italiano. Ora alla rivista si affianca anche Next International, che presenta ai lettori stranieri alcuni dei migliori racconti “connettivisti” tradotti in inglese sotto la supervisione di Salvatore Proietti.
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