Questa è la principale distinzione tra fantascienza e fantasy, a mio giudizio molto netta: la fantascienza parla di quello che potrebbe plausibilmente accadere, la fantasy di quello che non potrebbe mai accadere. Potremmo arrivare dal nostro presente a un’ambientazione di fantascienza, molto probabilmente basterebbe lasciare passare il tempo perché i cambiamenti tecnologici e sociali ci raggiungano. Secondo il mio amico e grande scrittore di fantascienza Kim Stanley Robinson, la fantascienza è il romanzo storico che non si è fermato ma ha proseguito fino ad arrivare al futuro. Mentre la fantasy presenta una discontinuità, ovvero non è possibile raggiungerla dal nostro presente. Gli elementi più comuni della fantasy sono la magia e il sovrannaturale, che non esistono realmente. Possiamo aspettare al "binario 9 e ¾" per sempre, ma l’espresso per Hogwarts non passerà mai. La fantascienza, quindi, si articola in ambientazioni credibili, con aspetti diversi dal nostro presente, ma con un presupposto preciso: presuppone che lo scrittore creda che il lettore esista all’interno del milieu della storia, risolvendo così il problema di dovergli spiegare la storia. Naturalmente il lettore non ha familiarità con Marte del 2500, ma una storia che venga narrata su una futura colonia marziana, è raccontata come se il lettore stesse vivendo lì in quel momento. Quindi in realtà la fantascienza va letta come fosse letteratura mainstream. Ma voi (lettori) non avete familiarità con quella ambientazione, per cui lo scrittore deve fornire con capacità tutti gli elementi di contorno senza però andare a infrangere la familiarità che il lettore ha con l’ambientazione. È per questo che la lettura di una opera di fantascienza è molto simile a quella di un giallo. Entrambe le forme narrative richiedono lettori molto attenti. I lettori si aspettano indizi da raccogliere mentre leggono la storia, senza che lo scrittore debba mettere in evidenza questi indizi. In un giallo, se un maggiordomo lascia una stanza prima che la vittima muoia, lo scrittore non dirà mai esplicitamente “guarda, il maggiordomo sta lasciando la stanza!”, ma il lettore coglierà inconsciamente il dettaglio. Nello stesso modo lo scrittore di fantascienza non spiegherà esplicitamente che siamo in un mondo post-apocalittico che resta senz'acqua potabile. Ad esempio, Frederik Pohl ne I mercanti dello Spazio parla di un “esile sgocciolio dell'acqua potabile”, è un indizio che rende l'idea senza dare una esplicita spiegazione. Questo richiede una lettura molto attenta, nella quale il lettore deve essere in grado di fare attenzione ai singoli termini, e in cui le parole hanno un peso. Samuel Delany, grande scrittore di fantascienza, sosteneva che questo è il motivo per cui la maggior parte dei lettori “normali” non riesce ad approcciare la fantascienza: perchè letteralmente non riescono a dare un senso a quanto leggono. Sempre per Delany, molte volte la fantascienza sfida il lettore a guardare una frase, e a dedurre dal contesto se è da interpretare letteralmente o metaforicamente. In un contesto letterale, la frase “il suo mondo è esploso” può essere interpetata in unico modo, invece metaforicamente può anche significare che è successo qualcosa di disastroso nella vita di un singolo individuo. Oppure può avere il significato letterale che abbiamo visto tutti, in Star Wars, dove effettivamente vediamo la Morte Nera distruggere il pianeta della Principessa Leila.
Robert J. Sawyer e la Fantascienza
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