Parlando diffusamente con la rivista SFX, Russell T. Davies ha avuto modo di far esplorare virtualmente la prossima stagione di Torchwood ai suoi fan, con interessanti indizi sullo svolgimento della trama.
Per cominciare dipinge la situazione in cui si viene a trovare l'umanità quando scopre che non si può più morire: "C'è una sequenza nell'episodio tre, in cui Gwen e l'analista della CIA Esther camminano per le strade di Washington di notte e c'è un'atmosfera selvaggia: metà della popolazione è fuori a bere, l'altra è a casa a pregare".
Ma la gente deve comunque continuare la sua vita: "Anche durante un evento epocale, noi continueremmo ad avere le nostre deadline, dovremmo andare al lavoro il giorno dopo. Se nostro nonno fosse a letto malato continuerebbe ad esserlo. È un concetto inusuale ed è per questo che mi piace, è difficile da drammatizzare".
Per quanto riguarda il tempo che ci vorrà per scoprire cosa si nasconde dietro l'evento, Davies dice che metterà le carte in tavola in tempi brevi: "Non voglio annoiare nessuno, per cui intorno all'episodio sei comincerete ad avere risposte concrete e gli episodi nove e dieci spiegheranno tutto definitivamente. Ciò che è affascinante in termini fantascientifici è che l'evento accade simultaneamente: non è un virus, non ha impiegato un giorno per andare dal polo nord al polo sud. È letteralmente la pressione di un pulsante: ciò dà a Jack un'idea piuttosto chiara di cosa sia successo, ma richiede qualche episodio per evolversi".
All'autore però interessa un altro aspetto: "Quello che dà sostanza alla storia è cosa succede alla società quando tutto questo accade. Ma andremo anche indietro nel tempo fino al 1927. È una storia che attraversa i continenti e il tempo, il cui plot è stato sviluppato per decenni e che può mostrare tutti i suoi muscoli".
A proposito della storyline del pedofilo Oswald, interpretato da Bill Pullman, che avrebbe evitato la pena di morte: "La sua argomentazione è che la pena di morte non ha fallito. Non è che si è spezzata la corda dell'impiccagione e comunque non ti rilasciano per questo. Lui esce per un tecnicismo e l'unico modo per poter poter avere una scorta, una stanza di motel e del cibo senza essere lapidato per strada è di cavalcare l'onda mediatica e sopravvivere. E nel frattempo Torchwood sta cercando qualcuno che possa essere o non essere connesso con l'evento".
A questo si aggiunge un importante sottotesto: "C'è Oswald, un assassino di bambini che dice di essere stato perdonato e Jack ha ucciso il proprio nipote, non si è perdonato affatto e non crede a una parola di quello che dice l'altro. Quindi c'è una fantastica collisione tra due persone opposte ma che hanno un bizzarro terreno comune. È un territorio tanto affascinante quanto difficile".
Ma la vera cattiva della storia, per Davies, è la pr Jilly Kitzinger, interpretata da Lauren Ambrose: "In questo mondo così sensazionalista, in cui i pedofili vengono perdonati in diretta tv, i pr sono le persone più importanti, in grado di manipolare tutto e tutti. La storyline dell'ascesa al potere di Jilly è la storia più affascinante che abbia mai raccontato. E ci sono molte sequenze in cui lei e Oswald nemmeno interagiscono con il team Torchwood, ma raccontiamo le due storie in parallelo, fino al grande climax finale".
Infine, questa è la prima volta che la scrittura di Torchwood è affidata a un team di sceneggiatori americani, nomi importanti che hanno lavorato su Buffy e X-Files, come Jane Espenson: "Lo so ed è uno dei motivi per cui sono venuto a LA, per incontrare persone come loro e lavorare con loro. A Jane ho detto parlami dello storytelling, come lo fate voi, dimmi perché hai ucciso Tara (citazione da Buffy). Non passava giorno che non mi venissero in mente altre domande, come perché hai ucciso Jonathan? È stata una decisione davvero strana! e poi c'era John Shiban, che ha diretto Breaking Bad, che adoro, e Doris Egan, con le sue storie su House, li adoravo tutti".
I dieci episodi della stagione quattro di Torchwood debuttano l'8 luglio su Starz, preparatevi a non morire mai più.
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