Già da tempo Enceladus si è contraddistinta per essere una luna attiva, che produce spettacolari zampilli di ghiaccio da profonde spaccature nella sua crosta congelata (ne avevamo parlato qui). La nube di cristalli d’acqua che sovrasta Enceladus alimenta un flusso di particelle e molecole organiche che la sonda della Nasa, Cassini, ha analizzato volandoci all’interno. Questo flusso si allinea con le linee del campo magnetico che da Enceladus giungono fino a Saturno, tracciando un grande arco verso le regioni polari del pianeta.
Alcuni astronomi sospettavano che questo collegamento potesse generare eventi simili alle aurore polari nell’atmosfera di Saturno. Con telescopi ultravioletti è stata osservata l’impronta aurorale di Enceladus, ossia un ovale luminescente proprio in corrispondenza del punto in cui il campo magnetico si immerge nell’alta atmosfera di Saturno. L’ovale misura circa 1200 x 400 km, e testimonia che in quel punto si chiude un immenso circuito elettrico, lungo oltre duecentomila chilometri.
Cassini ha registrato anche dei disturbi magnetici, un insieme di sibili e fischi, tipici dell’interazione fra il campo magnetico del pianeta e la corrente di particelle che giunge dal satellite. L’impronta ovale di Enceladus su Saturno ha un’intensità variabile, indicazione che il flusso di particelle proveniente dal satellite cambia nel tempo. Probabilmente tutto questo permetterà anche di comprendere meglio lo strano campo magnetico di Saturno e l’attività dei geyser ghiacciati di Enceladus, fenomeno unico del nostro Sistema Solare. Del nostro…
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