Wonder Woman, forse la prima grande eroina donna nel mondo dei fumetti, venne ideata durante la Seconda Guerra Mondiale, uno dei periodi più cupi nella storia dell'umanità, ma un momento d'oro negli Stati Uniti per i fumetti, sia per creatività che per volume di vendite. Nel 1938 era apparso Superman, ideato da Jerry Siegel e Joe Schuster, seguito a ruota da molti supereroi giustizieri, come Batman, Hawkman, Green Lantern e Flash, e da patrioti che volevano sconfiggere i Nazisti, come Captain America, Captain Flag, Minute Man e Star Spangled Kid. Alcuni di questi eroi, ancora famosi, sono protagonisti di film di successo, altri sono risorti in televisione come comprimari, come per esempio i supereroi che popolano la serie televisiva di Smallville, in particolare la Justice Society of America, i cui componenti hanno allietato il pubblico delle ultime stagioni.
Wonder Woman si inserisce nel filone particolarmente creativo di quegli anni. L'idea del personaggio venne a William Moulton Marston, uno psicologo già famoso per aver inventato il poligrafo negli anni Venti, ovvero quella che colloquialmente definiamo “la macchina della verità”. Voleva un supereroe che fosse in grado di combattere anche con altre armi oltre alla forza e ai pugni, come per esempio le qualità tradizionalmente attribuite alle donne, amore, comprensione, empatia ecc. Marston probabilmente usò come modelli le due donne della sua vita, la moglie Elizabeth Holloway Marston e l'amante, Olive Byrne, con cui conduceva un ménage à troi molto anti-conformista e probabilmente scandaloso per quei tempi. In particolare, la moglie Elizabeth sembra una donna molto forte e moderna simile a Wonder Woman per forza di carattere, istruzione e mentalità. In un periodo in cui poche donne facevano studi superiori, Elizabeth era riuscita a laurearsi due volte, in Psicologia nel 1915 dal Mount Holyoke College e in Legge nel 1918 dalla Boston University (era stata costretta ad andare lì perché Harvard all'epoca non accettava ancora donne). Dopo essersi sposata con Marston aveva iniziato con lui gli esperimenti per il poligrafo ad Harvard, basati sull'idea che fosse possibile misurare le reazioni emotive e le bugie controllando la pressione sanguigna. Il lavoro valse a Marston il dottorato, mentre Elizabeth ottenne un Master, entrambi nel 1921.
I due continuarono a lavorare in ambito psicologico per molti anni, ma fu l'interesse di Marston per le potenzialità educative dei fumetti ad avvicinarlo a quella che sarebbe diventata di lì a poco la DC Comics. Ispirato dalle donne della sua vita, donne moderne e liberate, e probabilmente su consiglio di Elizabeth, Marston ideò un eroe donna che aveva la forza di Superman e il fascino e la bellezza di una donna. Lo presentò in seguito al direttore della DC Comics, che naturalmente non si fece sfuggire l'occasione e mise subito in produzione una serie di storie in cui però l'autore appariva sotto il nom de plume di Charles Moulton. Il personaggio è apparso per la prima volta nel dicembre del 1941 nel numero 8 di All Star Comics con una storia delle origini dove la principessa delle Amazzoni Diana salva la vita all'ufficiale dell'intelligence dell'esercito americano Steve Trevor precipitato con il suo aereo sulla Paradise Island, l'isola nascosta dove vivono le Amazzoni. Afrodite e Atena, che governano l'isola, indicono dei Giochi Olimpici speciali per determinare quale guerriera sarà incaricata di riportare Trevor nel suo mondo. Ma la missione della vincitrice sarà anche di difendere l'ultimo avamposto della democrazia contro la minaccia nazista e aiutare le sorelle a guadagnarsi l'indipendenza. Naturalmente Diana supera le sue compagne in tutte le gare e spetterà a lei andare nel mondo degli uomini affrontando nemici di ogni sorta.
Nel periodo in cui i fumetti erano scritti da Marston, terminato nel 1947 con la sua morte, le storie erano caratterizzate da molti episodi in cui Wonder Woman veniva catturata dai suoi nemici, legata, spesso privata dei suoi poteri usando i suoi stessi braccialetti e il suo lazo, e poi liberata con un espediente arbitrario. Questo genere era molto in voga nel periodo tanto che un altro fumetto famoso all'epoca era Gwendoline, dove appunto l'eroina viene spesso catturata, legata, imbavagliata, con antagoniste donne spesso in abitini succinti o ricoperte di pelle in versione sado-maso. L'influenza bondage quindi in questi primi anni del fumetto si faceva sentire abbastanza. Non possiamo però non cogliere i lati positivi di un personaggio che pur molto conservatore e appesantito dai problemi freudiani del suo autore, rappresentava comunque un modello nuovo per il pubblico maschile che a grande maggioranza leggeva i fumetti in quel periodo, ma anche per quello sparuto gruppo di ragazze che iniziarono a leggere fumetti proprio grazie a Wonder Woman. L'eroina amazzone era comunque una donna indipendente che combatteva da sola e senza paura contro i nemici nazisti della patria e contro il crimine, ed era inserita in un gruppo di amiche che formavano una specie di supporto per l'eroina, nello stesso stile di serie televisive moderne come Buffy-Vampire Slayer e Xena: Warrior Princess.
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