Ventimila post in otto anni: vuol dire 2500 post all'anno, più di 200 al mese, quasi sette ogni santo giorno. È lo score incredibile, ineguagliabile di Cybergoth, il blog di Sandro Battisti fondato nel 2003 e che ha chiuso un paio di giorni fa. E sebbene non sia una vera e propria chiusura, perché il blog è rinato già dal 1 maggio su un'altra piattaforma, Wordpress, e con un nuovo nome, Hyperhouse, è una buona occasione per tirare un bilancio di un'esperienza davvero straordinaria, un'esperienza artistica vorremmo dire, e chi conosce il lavoro di Battisti sa che il termine è quello più appropriato.
"Cybergoth è stato un portatore di memi ed è giusto che ora cessi di produrre, prima che il concetto di neogotici cibernetici inizialmente, quantistici poi, diventi troppo vetusto per rappresentare un’avanguardia" dice Battisti nel suo ultimo post, una sorta di "sigillo" che chiude la busta della sua lunghissima lettera al mondo. "Aprii questo luogo affascinato dalla rimappatura del gotico nel 2003, quando parlare di cibernetica e post-cyberpunk non era così agevole come ora, e nulla mi avrebbe fatto immaginare l’escalation che si sarebbe innescata poi, poco dopo, col Movimento del Connettivismo, che qui è stato plasmato nei suoi memi costituenti ed è nato grazie anche agli Event (in tutto dodici), operazioni multiautoriali di jam session di scrittura collettiva guidate da empatia tecnologica, astrale, psichica."

Il motto di Wordpress è "Code is poetry", "programmare è poesia", e ci sembra un motto perfetto e di ottimo auspicio per il nuovo blog. Al quale auguriamo altri ventimila di questi post, e altrettanto creativi.
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