L'Apollo 8 è stata la terza missione del programma Apollo con uomini a bordo, ed è stata la prima a lasciare l'orbita della Terra e a entrare in quella della Luna. I tre astronauti, Borman, Lovell e Anders, tornarono a casa e furono festeggiati da eroi; Lovell sarebbe stato a bordo anche dell'Apollo 13, e anni dopo il suo ruolo sarebbe stato interpretato da Tom Hanks nel film Apollo 13.
Nel libro uscito questo mese in Odissea però, Il recupero dell'Apollo 8, le cose sono andate diversamente. Apollo 8 non è più riuscito a rientrare nell'orbita della Terra, e si è perso nello spazio. La storia si svolge molti anni dopo, quando la navicella viene recuperata, svelando nuovi misteri ancora più incredibili.
Storia alternativa, e di alto livello se questo romanzo di Kristine K. Rusch ha vinto il premio dedicato proprio a questo genere di narrativa, il Sidewise Award, ed è arrivato in finale al Premio Hugo.
La quarta di copertina. Era ancora bambino Richard quando l’Apollo 8 fallì disastrosamente la sua missione, perdendosi nello spazio. Eppure quell’avvenimento lo aveva colpito, e diventato adulto decide di dedicare la sua esistenza al recupero della navicella. Quando nel 2007, un team di scienziati e archeologi, di cui fa parte anche lo stesso Richard, raggiunge la navetta che si è conservata sorprendentemente bene, un nuovo mistero si aggiunge a quello del suo fallimento: a bordo non c’è traccia di nessun membro dell’equipaggio.
Convinto che i tre astronauti (Borman, Lovell e Anders) per qualche incomprensibile ragione siano usciti nello spazio per non morire dentro il mezzo spaziale, Richard, negli anni successivi prosegue le quasi impossibili ricerche per svelare il mistero della loro sparizione.
Kristine Kathryn Rusch, Il recupero dell'Apollo 8 (Recovering Apollo 8), traduzione di Andrea Bruno, Odissea, Delos Books, Pagg. 108, Euro 10.
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