Cairo Editore ha inviato in libreria La Dea (El secreto de la diosa, 2003) dello spagnolo Lorenzo Mediano. Un corposo romanzo in cui l’autore descrive la vita di un villaggio all'alba del neolitico. Siamo in Mesopotamia e le tribù degli umani stanno affrontando un periodo di transizione da nomadi cacciatori in allevatori-coltivatori in villaggi.
Il villaggio non dipende più dalla caccia in quanto gli animali sono quasi scomparsi, e così alla guerra e alla caccia, esercizi tipicamente virili, si sostituisce la pace, l’agricoltura e l’allevamento. Gli uomini sono stati così privati di ogni potere. Comandano le donne e in particolare la Venerabile Madre, che parla in nome della Dea. La vita è dura e le leggi della Dea sono durissime, ogni errore si paga con la vita. L’uccisione del colpevole non è mai rapida, ma avviene dopo una lunga tortura.
L’autore descrive la vita che si svolge nel villaggio di Zewi Kemi. Uno dei tanti dove il matriarcato prospera, grazie alla paura che il maschio nutre nei confronti della dea e della magia femminile. Tuttavia, gelosamente custodito, vi è un mistero in grado di sconvolgere l’ordine costituito: il segreto della dea. Ogni uomo che ne venga a conoscenza deve essere ucciso, poiché costituisce una minaccia alla supremazia femminile.
Un romanzo avvincente che ci ricorda le atmosfere di altri come La guerra del fuoco di J. H. Rosny, la Saga dei figli della Terra di Jean M. Auel, e i romanzi di Stanis Mulas: La foresta degli dei e L’uomo dei Balzi Rossi.
Un brano dal testo. Mentre il soffio del moribondo si dissolveva in un ultimo rantolo, la Madre della tribù sprofondò nei suoi pensieri. Quell'uomo aveva fatto una scoperta incredibile, di cui ignorava le terribili conseguenze. Se quel segreto si fosse diffuso, il potere della Dea sarebbe stato annientato da crudeli divinità maschili che avrebbero permesso ai maschi di governare il mondo per innumerevoli generazioni. Sconvolta da quella possibilità, la Madre avvicinò la bocca alle labbra esanimi dell'uomo per accertarsi che fosse morto. Dopo aver sparso alcune lacrime silenziose, si alzò sospirando e versò sulla nuda terra il resto dell'intruglio che aveva preparato. L'odore dolciastro del miele e il profumo delle erbe aromatiche si sparsero nell'aria umida della caverna: avevano svolto il loro compito, camuffando l'aspro retrogusto del veleno con cui la Madre aveva freddato quel maschio dal nome già dimenticato.
Avrebbe radunato le Madri delle tribù vicine per decidere come tener nascosto l'accaduto. Sì, soltanto le Madri - e forse anche le Anziane - dovevano avere accesso a quella rivelazione, perché se si fosse diffusa...
L’autore. Lorenzo Mediano, nato a Saragozza nel 1959, è un medico che ha svolto la sua professione nelle valli dei Pirenei e per quindici anni è stato un istruttore di sopravvivenza. È un autore poliedrico. Prima di dedicarsi alla narrativa, ha pubblicato libri di argomento medico e naturalistico. Per scrivere La dea, il suo primo romanzo tradotto in Italia, ha approfondito lo studio della psicologia e della vita quotidiana nella preistoria.
La quarta di copertina. 10.000 a.C.: l’alba del Neolitico si affaccia sulle terre che prenderanno il nome di Mesopotamia. Nel villaggio di Zewi Khemi la Dea governa l’umanità e la sua legge spietata viene amministrata dalla Venerabile Madre Aster che parla in suo nome. Le donne sottomettono gli uomini con la paura: è la sopravvivenza delle tribù stesse a chiederlo. Le grandi mandrie di bisonti non calpestano più le vaste pianure, la caccia non sfama più il popolo. Troppe sono state le carestie, troppe le madri che hanno dovuto sacrificare i figli piccoli per il sostentamento degli adulti. I maschi non impugnano più le zagaglie nemmeno per fare la guerra: ora sono costretti ad accudire le greggi. Ricavare frutti dalla terra significa la differenza tra vivere e morire, e solo le donne sanno farsene carico. Le uniche che sanno dare la vita, le uniche a cui è concesso toglierla. Soltanto loro possono decretare che è finito il tempo delle migrazioni, delle lotte fra tribù e imporre una pace forzata sotto lo sguardo implacabile della mitica Dea.
Esiste però un terribile segreto che mai dovrà essere svelato, una verità letale che può sovvertire il ferreo ordine femminile. Solo Aster, come le altre Venerabili Madri prima di lei, ne porta il fardello fino al momento in cui cederà la lunga gonna di cuoio e le preziose conchiglie cauri, simbolo del potere assoluto, alla nipote Uriel.
Proprio Uriel, la bellissima guerriera, dovrà proteggere il suo mondo ancestrale da Ahkim, i più feroce tra i maschi che vuole consumare la sua sanguinosa vendetta. E mentre Koshmar lo Zoppo – l’uomo rifiutato dagli uomini – e Mara della gente del fiume infrangono il tabù dei tabù, si prepara lo scontro finale che deciderà il destino dell’intera specie umana. Forse per sempre.
Lorenzo Mediano, La Dea (El secreto de la diosa, 2003). Traduzione Ximena Rodriguez, Cairo Editore, collana Scrittori stranieri, pagg. 477, euro 19,00
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