Dal 1992 tieni regolarmente dei corsi di scrittura creativa. Quanto è importante, per uno scrittore in erba, formarsi ad una scuola di scrittura?

Un buon insegnante di scrittura, una persona esperta, ti aiuta. Può farti fare in poche settimane un percorso di sviluppo della tua capacità di scrittore che se fossi solo magari ci impiegheresti anni. Da una parte io faccio analizzare grandi testi per capire come si innesca il meccanismo del coinvolgimento, della trasmissione di emozioni al lettore. Dall'altro faccio scrivere molto, fare molti compiti e quindi l'analisi la trasferisco sul testo del corsista. Perché funziona, perché non funziona? Ripeto sempre che fare lo scrittore è come fare il falegname. Più che la teoria serve mettersi al tavolo con pialla, lima e sega e man mano correggersi. Con l'aiuto del maestro di bottega.

Che consigli ti senti di dare, come insegnate di scrittura creativa, ad un giovane autore che volesse confrontarsi con il genere fantascienza?

Non credo ci siano consigli decisivi. Ma certamente leggere tanto, analizzare i testi che ci piacciono e poi scrivere tanto, senza paura. Senza paura. Anche nei ritagli di tempo. E partecipare ai concorsi.

Qual è il tuo approccio alla scrittura, da quale elemento inizi a scrivere una storia?

Mi metto davanti al computer con un abbozzo di idea, di immagine, di personaggio. E mi costringo a scrivere sebbene non abbia ancor le idee chiare. Lungo la strada si chiariranno e poi nulla vieta di rifare il primo pezzo. Korolev è nato per la mia grande ammirazione per questo personaggio. Oberon perché guardavo la fotografia dell'astronauta sulla Luna in quella tuta spaziale che sembrava un goffo bambino che imparava a camminare. Un bambino nell'immensa, terribile, esaltante solitudine del cosmo. L'amore al tempo dei treni perduti perché in un pomeriggio di temporale camminavo in collina e sono sbucato in un luogo dove una banda suonava e gli alpini facevano festa e mi era sembrato meraviglioso e surreale e volevo ribadire quell'atmosfera in una storia, Ho pedalato fino alle stelle perché volevo raccontare un lungo viaggio in bicicletta, una delle passioni della mia vita...

La domanda finale è un classico: a cosa stai lavorando. In particolare, mi interessa capire se in questo momento hai in cantiere altre opere di science fiction e, se si, ci puoi accennare qualcosa in merito?

Ho sempre in mente qualcosa. Ho scritto un racconto che diventerà un romanzo, ambientato ai primi del Novecento. Una storia di vampiri, una storia di amore, di bicicletta, di una particolare psicanalisi... Ho in mente una storia che riguarda la questione dei telomeri e della vita quasi eterna. Ho in mente di scrivere la seconda parte di Ho pedalato fino alle stelle. Ma il prossimo romanzo che uscirà non c'entra con questi tre, è un romanzo ambientato nella Pompei dei nostri giorni, fra problemi del Sud e misteri degli scavi romani. Spero sarà una piacevole sorpresa.