L'ultimo annuncio è il ritorno di Phantasy Star Online, uno dei primi videogame a spingere internet su console. Allora erano i tempi del Sega Dreamcast con modem integrato da 33.6 kbit/s, il prossimo capitolo sarà diretto invece, almeno inizialmente, ai Pc, con tutta probabilità nell'ottica di conquistare mercati emergenti ma già importanti come Cina, Corea e zone limitrofe, dove una grossa fetta dei videogame si gioca agli internet point. Il fantasy medioevaleggiante di World of Warcraft è infatti solo la punta dell'iceberg di una scena - quella dei giochi di massa online per computer dall'impronta più o meno ruolistica, visto che ormai si tende a parlare di Mmo (massively multiplayer online game) piuttosto che di Mmorpg (massively multiplayer online role playing game) – affascinata parecchio anche dalla science fiction. Tra le colonne portanti del genere c'è la fantascienza spaziale di Eve Online dell'islandese Ccp, che può contare su uno zoccolo duro di fedelissimi i quali le hanno permesso a gennaio di quest'anno di segnare un curioso record di traffico interstellare, con oltre 63mila astronavi e rispettivi piloti virtuali connessi all'universo di gioco, forte di un modello politico-economico dinamico guidato dalla legge della domanda e dell'offerta, a sua volta legato profondamente alle scelte dei partecipanti, lasciati liberi di associarsi e di gestire risorse, investimenti e alleanze come meglio credono modificando di conseguenza gli assetti della galassia.
A volte, poi, i successi arrivano quasi inaspettati. È il caso di Battlestar Galactica Online, un mmo ambientato quarant'anni dopo la prima guerra dei Cylon, nel mondo futuristico del telefilm del 2004, che ha salutato il piccolo schermo un paio d'anni fa al termine della quarta stagione, eppure sembra non essere vittima di particolari cali di popolarità, se è vero che il videogame, in poche settimane, ha calamitato l'attenzione di un milione di persone e, con un simile riscontro e il pieno appoggio di Nbc Universal, la software house tedesca Bigpoint stima di guadagnarci circa un milione di dollari al mese. Intanto, gli sviluppatori, che in ragione del boom sono stati protagonisti di una scalata azionaria da 350 milioni di dollari a opera di Ta Associates e Summit Partners, stanno lavorando per tradurre anche i film della saga della Mummia, sempre Universal, sulla falsariga della formula del gioco di Battlestar Galactica, cioè un browser game, che gira quindi direttamente in finestra senza necessità di installazioni, e free to play, ossia in cui di base non si paga nulla, ma se si vuole accedere alle opzioni più avanzate serve comunque aprire il portafogli.
Quella dei Cylon non è ovviamente l'unica saga fantascientifica famosa che i produttori hanno pensato bene di trasformare in mmo. Se ne è parlato a lungo, ma Stargate Worlds, il titolo per computer ispirato al telefilm Stargate SG-1, alla fine non ce l'ha fatta, anche a causa di mille guai finanziari, in primis della MGM che aveva approvato il progetto. Sorte migliore è toccata ai fan dell'Enterprise, che nel 2010 hanno visto il varo di Star Trek Online, un titolo dall'impostazione più classica rispetto a Battlestar Galactica Online, a partire dall'obbligo di sottoscrivere un abbonamento per giocare. Quest'anno invece gli occhi sono tutti puntati su Star Wars: The Old Republic, un progetto titanico che mira a riportare online la galassia di Guerre stellari dopo il mezzo passo falso in campo mmorpg di Star Wars Galaxies. L'epoca è la stessa dei videogame bestseller Star Wars: Knights of the Old Republic, di cui The Old Republic sarà il capitolo anzi i capitoli successivi, e al timone c'è uno studio tutto nuovo che fa capo a Bioware: una lunga storia nei giochi di ruolo, ma al debutto con il multiplayer di massa, per il quale avrebbe in serbo un'inedita ricetta in grado, secondo le promesse, di incollare a internet persino i più convinti sostenitori delle avventure solitarie davanti al monitor.
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