Ian Banks è uno degli autori più geniali degli ultimi anni. Si è cimentato sia con la fantascienza che con il thriller psicologico, sempre con risultati più che notevoli.

In Italia è noto ai più per il suo romanzo di esordio La fabbrica degli orrori, un libro piuttosto originale il cui finale a sorpresa è tra i migliori del suo genere. Questo nuovo libro, Corpo a corpo, risale in verità al 1986 ma è alla sua prima edizione italiana.

La particolarità del romanzo è, come altrove in Banks, nel finale che sempre motiva l'intera narrazione, ogni piccola cosa acquisisce un nuovo significato a partire dall'ottica in cui il lettore si trova alla fine, e non mancano nemmeno le frecciate all'indirizzo dei politici conservatori in Inghilterra, come nel suo famoso ciclo della Cultura.

Il racconto si dipana lento ed avvincente tra diversi livelli. Ad un primo c'è il protagonista che racconta di una sua amnesia, conseguente ad un presunto incidente, di cui non ricorda nulla ed al seguito del quale egli viene accolto dalla comunità che abita il ponte, una sorta di entità di orwelliana memoria che fagocita ogni pulsione e qualsiasi ambizione dei suoi abitanti. Ad un altro livello ci sono i sogni, veri ed inventati del nostro eroe, e ad un altro ancora, e qui la faccenda assume connotati onirici, assistiamo al resoconto parallelo di una vita normale, con tanto di annotazioni sulla politica inglese degli ultimi anni.

Il ponte del titolo originale esiste in una dimensione che non è chiara e che col procedere della lettura sembra acquisire connotazioni kafkiane. Il protagonista, di cui conosciamo solo il nome che gli hanno attribuito gli abitanti del ponte, sembra vinto dalla passività in cui vive, e solo con un grosso sforzo riesce a scuotersi ed alla fine risolvere il suo enigma. Quello che da principio sembrava reale perde lentamente di significato e tutto quello che il lettore aveva dato per certo all'inizio si sbriciola con il procedere della lettura. Non è un romanzo facile, ma tuttavia è avvincente. La sua caratteristica principale è quella di tenere il lettore sospeso fino all'ultima pagina in una sorta di delirio, per scoprire un finale perfettamente incastrato negli ingranaggi della trama.

Lo stile scorrevole della scrittura di Banks sorregge il lettore persino nei passaggi più ostici, come ad esempio la discesa negli inferi danteschi ad opera di un barbaro e di un famiglio...e il tutto diventa una divertente cavalcata attraverso i miti letterari e quelli politici di una generazione che sopravvive al tempo in cui è vissuta.