Ellison: Doloramae altre delusioni
Ellison: Doloramae altre delusioni
Largo! Largo! (Make Room! Make Room!, 1966) di Harry Harrison

Portato al cinema da Richard Fleisher (2022: i sopravvissuti, 1973), il romanzo affronta le spaventose conseguenze della sovrappopolazione. L’intreccio giallo sullo sfondo di una complessa realtà sociale non è nuovo (si pensi ad Abissi d’acciaio di Asimov), ma le inquietudini di Harrison sono molto reali.

Pianeta d'acqua (Blue World, 1966) di Jack Vance

La lotta e la volontà degli uomini per conquistare un pianeta abitato da un mostro. È questo il tema portante di questo romanzo, che ci propone il classico tema della colonizzazione in una maniera che definire avvincente è riduttivo

Una favolosa tenebra informe (The Einstein Intersection, 1967) di Samuel R. Delany

Delany - scrittore afro-americano e omosessuale - intercetta le istanze anarchiche e ribelli dei giovani vissuti tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. Quella generazione si sentiva davvero diversa rispetto a quelle che l’avevano preceduta ed effettivamente chiamata a cambiare lo status quo del mondo. Poi, le cose sono finite come sono finite, ma il romanzo dello scrittore americano ha conservato una sua carica e originalità se lo si legge come il viaggio iniziatico di un giovane, alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo.

Dangeorous Visions (Dangerous Visions, 1967) di Harlan Ellison

Il libro contiene 33 racconti che Ellison ha chiesto ai migliori scrittori dell’epoca, con un'unica clausola: le storie dovevano essere provocatorie e toccare temi che fino ad allora erano considerati dei tabù per il genere, come il sesso, l’omosessualità o la droga. L’intento era quello di far maturare il genere fantascienza e tirarlo fuori dal “ghetto” editoriale e di costume in cui si era impantanato. Anche se questo ambizioso risultato non fu pienamente raggiunto, non c’è dubbio che l’antologia e i suoi autori contribuirono a frantumare i paradigmi della fantascienza, ad introdurre temi forti e a proporre una diversa visione del genere tanto agli appassionati tanto a quella “critica con la puzza sotto il naso”.

Signore della Luce (Lord of Light, 1967) di Roger Zelazny

In un mondo in cui la morte e l’aldilà sono controllati dal potere di una scienza mistica e dispotica, si dipana una storia sugli dei e sull’ateismo, sul buddismo e il cristianesimo, sul potere della religione e su quella massima di Feuerbach per cui “il dio dell’uomo è l’uomo”.