Norstrilia (Norstrilia, 1964) di Cordwainer Smith
Telepati, una droga del futuro, società segrete: sono solo alcuni degli ingredienti di questo romanzo di un autore conosciuto per l’originalità delle sue opere. Il romanzo è un potente affresco su un’umanità dedita all’immortalità, pagata però a caro prezzo.
Dune (Dune, 1965) di Frank Herbert
Il pianeta Dune è al centro di un terribile equilibrio di complotti interstellari, che misticismo, profezie e superpoteri genetici rischiano di mandare in pezzi. Primo romanzo di un grande ciclo, segna il ritorno della space opera aggiornata al nuovo gusto di una fantascienza ormai matura.
Dolorama e altre delusioni (Paingod and Other Delusions, 1965), di Harlan Ellison
L’autore ha al suo attivo una sterminata produzione di opere brevi che lo ha portato a vincere per ben dieci volte il Premio Hugo, nelle categorie appunto di miglior racconto e racconto lungo. Tra i suoi racconti più noti, segnaliamo Pentiti Arlecchino disse l'uomo del tic-tac (“Repent Harlequin!”, Said the Ticktockman, 1965), Non ho bocca e devo urlare (I Have No Mouth and I Must Scream, 1965) Ellison è un autore che si può amare o odiare, ma di cui non si può non apprezzare lo straordinario talento poetico e visionario. I suoi racconti sono spesso crudi e gettano il lettore in un baratro in cui la morale viene messa in discussione e la realtà viene vista con occhi decisamente nuovi. Ma lo scrittore americano non intende lanciare messaggi morali o amorali, ma piuttosto destare il lettore dal suo soporifero mondo è invitarlo a riflettere su di esso e sul ruolo dell’uomo nell’universo.
Fabbricanti di Universi (The Maker of Universes, 1965) di Philip J. Farmer
Un ampio ciclo di storie che rappresenta il vertice creativo di questo autore e al contempo l’apice del world-building. Gli spericolati livelli del mondo in cui viene catapultato Robert Wolff ripercorrono idealmente l’ascesa e la caduta della civiltà, in un’affascinante riproposizione del mito della Torre di Babele.
Ed egli maledisse lo scandalo (Of Godlike Power, 1966) di Mack Reynolds
Le idee socialiste di questo scrittore americano si riflettono nel romanzo che può essere considerato una feroce critica alla civiltà dei consumi, all’industria dello spettacolo che ha trovato proprio in America il fertile dei terreni.
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