- Beh, - disse lo scienziato, quasi strozzandosi, - possiamo affermare che, per i nostri standard,  il loro aspetto non è tra i più gradevoli. Hanno una fattezza che non ti aspetti, che fa capire quanto lontana sia la loro base fisiologica, sociale e culturale. Se è in parte l’ambiente a formarci, beh, noi e loro dobbiamo avere un contesto molto molto diverso. - Lo scienziato gli mostrò un breve olo-video che immortalava uno degli alieni mentre “discuteva” con un umano.

- Uhm, capisco - disse l’ingegnere, accennando una smorfia e slacciandosi l’ultimo bottone del camice bianco.

- E poi c’è un’altra cosa... - gli occhi dello scienziato si fecero scuri.

- Sì?

- No, è meglio che non faccio commenti a questo punto del summit, siamo ancora all’inizio - disse alzando un mano, come per scacciare una mosca fastidiosa.

- Io sto ascoltando tutti i dialoghi, - disse l’ingegnere, - so a cosa ti riferisci; dalle nostre registrazioni è evidente, o almeno per me lo è…

- Non devi farne parola con nessuno! - disse lo scienziato stringendo forte i pugni. Poi il suo viso si rilassò un po’ e chiese: - Cosa hai carpito dai colloqui?

- Mettiamola così: il nostro traduttore universale funziona perfettamente, la sintassi è compresa pienamente, le parole tradotte mutano il loro significato relativamente al contesto del discorso, tenendo conto anche di quello che ha detto l’interlocutore, ma… ma il vero problema sono i contenuti, o meglio, i contenuti in relazione al retroterra culturale e sociale del soggetto, il cosiddetto ‘vissuto’. Il vissuto degli esseri umani è totalmente diverso rispetto al vissuto dei bellatriani.

- Già, e come potrebbe essere il contrario? - disse lo scienziato, - il problema è che non parliamo di piccoli divari, ma di traiettorie che non si incroceranno mai. Come faccio a spiegarti la rosa rossa se tu la percepisci di un altro colore, di un’altra forma e l’odore ti da fastidio? Come faccio io, essere umano, a provare empatia per te, e tu, abitante di Bellatrix 9 per me, in queste condizioni?

- Avevamo cercato di prevedere tutto, ma questo aspetto ci era sfuggito come sabbia tra le dita aperte. Un grave errore - disse l’ingegnere serrando la mascella, - un grave errore.

- Tra l’altro i maggiori problemi li stiamo incontrando nella condivisione dei valori etici, morali, che pensavamo fino ad oggi fossero universali. Invece quasi niente collima, siamo spiazzati. Ci sono dei punti della discussione che stanno aprendo enormi problemi diplomatici e relazionali anche sull’argomento delle religioni, delle credenze degli esseri umani.

Un’altra persona si avvicinò a loro: barbetta bianca tagliata corta, occhiali con lenti colorate e una lunga coda di cavallo sulle spalle. Era uno dei filosofi della task force del summit.

- Come va ragazzi? - disse il filosofo.

- Bene, - rispose lo scienziato, - stavamo discorrendo sui problemi di ‘diversità’ tra le due razze.

Il filosofo divenne immediatamente rosso in viso e disse con un tono di voce troppo alto: - No! Le diversità ci arricchiscono sempre! Tutti i più grandi errori storici che causarono guerre, razzismi e scontri di religione sono la diretta conseguenza di un interpretazione errata della così detta ‘diversità’. No! Le nostre coscienze crescono anche grazie alle differenze che incontriamo durante la nostra vita, i nostri studi, i nostri amori.

- Ehm, sì, - disse lo scienziato con un sorriso da ebete, - io volevo solo dire che…