Il mio romanzo parla di come il dogmatismo nella scienza possa generare una creatura pericolosa, lo scientismo,  un animale che può partorire il fanatismo.  Penso che il romanzo parli di questo, di come nell’era moderna si cerchi di controllare e plasmare esasperatamente la nostra vita, correndo un grande pericolo. Il romanzo è ambientato fra la mia città (Bologna, NdR) e Monaco di Baviera. Ci tengo a dire che i personaggi e i luoghi sono completamente inventati e non esistono legami reali con nessun fatto narrato. I riferimenti alla mia città sono dovuti al legame forte che ho con la mia terra: il romanzo va al di là di un contesto spaziale preciso e diventa la metafora di una vicenda ambientata in un passato recente, dove gli attori sono uomini reali che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la scienza. I riferimenti scientifici a Bologna sono completamente stravolti e volutamente inventati. Perché Monaco? Perché è una città particolare, che amo e che mi ha sempre affascinato, un esempio simultaneo di modernità e inquietudine.  A Monaco si respira nello stesso tempo la tradizione e la volontà di cambiare e rinascere. Monaco è l’esempio di una città moderna  nata dalle ceneri dei conflitti e dalla distruzione. Ma la scienza non basta per rinunciare al lato occulto e irrazionale che fa parte dell’uomo. Il romanzo finisce a Ivalo, Finlandia, una città affascinante che ho visitato anni fa per lavoro.

Qual è la fantascienza che ti piace leggere? Quali caratteristiche dovrebbe avere secondo te il genere per interpretare al meglio l’evoluzione dei tempi in cui viviamo?

Diciamolo chiaramente: in un mondo intriso e governato dalla tecnologia, la SF diventa la chiave di lettura più coerente ed efficace (unica?) del mondo. Mi è sempre piaciuta questa frase provocatoria, peccato non averla inventata io. Mi piace la fantascienza che parla di uomini, in fondo. Diciamolo a voce alta, questo, alla faccia dei detrattori della fantascienza, che spesso sono proprio anche detrattori della scienza. Non sono mai stato un grande conoscitore di space opera, anche se Universo di Heinlein è meraviglioso. Vedete, sono pieno di contraddizioni.... Di alcuni autori ho parlato prima. Devo dire che Valis di Dick mi ha influenzato a tal punto da portarmi a studiare le sacre scritture e la gnosi, e maturare l’ossessione di trovare interpretazioni scientifiche a dogmi religiosi. Diciamo per gioco, divertimento. Se devo essere sincero tutto il mio romanzo è stato influenzato da questa visione un po’ aberrante e distorta, e se mi leggete ve ne accorgerete. Come trovare spiegazioni delle malattie (come i tumori) mediante interpretazioni evolutive poco ortodosse e fantasiose, ma possibili e per questo attraenti.

Torniamo a Infezione genomica. È il primo romanzo che scrivi? Puoi raccontarcene la genesi?

Sì, è il primo romanzo che scrivo e spero di impiegare meno tempo per scrivere il secondo… È nato, come dicevo, dall’ossessione dei batteri e della complessità “nascosta”, nonché dalla possibilità che possa esistere una forma di linguaggio biologico generato dalla vita batterica. Se poi l’influenza dei batteri si spinge a governare certe dinamiche che riguardano l’evoluzione dell’uomo, nel bene e nel male, e lo stesso male diventa una necessità dei batteri… l’antropocentrismo ha sempre sopravvalutato l’uomo e il suo ruolo nel mondo. Mi ha sempre affascinato invece pensare come la vita sulla Terra sia stata influenzata dai batteri – torno alla Margulis – che sono considerati in genere degli intrusi o degli agenti di malattie. Certe recenti correnti scientifiche stanno rivalutando il ruolo dei batteri “utili” che vivono in simbiosi con l’uomo, in un’ottica olistica. Ma se i batteri sono così importanti, possono avere una forma di intelligenza? Cosa succede quando qualcuno inizia a capire come nel disegno della vita l’uomo e la sua presunta ragione siano meno importanti di quel che sembra? Penso che nel mio romanzo, l’irrazionale e l’ambiguo predominino, nonostante nella storia si parli spesso di scienza. Ma forse la scienza, nonostante ci faccia vivere meglio e ci risolva tanti problemi, non sarà mai in grado di risolvere certe paure che ci portiamo dentro. Anzi, utilizzata male, può portarci a fare grossi errori. Anche se è sempre l’uomo che compie questi errori, non le teorie scientifiche… ricordiamocelo!