"I miei libri sono finzioni. Nessuno li ha scritti. Sono un filosofo, non un romanziere. Il nucleo della mia scrittura non è finzione, ma realtà." E così via. Nel breve video riportato qui sotto, Philip K. Dick sembra tornare in vita per realizzare ciò di cui raccontava nel suo romanzo L'androide Abramo Lincoln (1962): un essere artificiale apparentemente più vero del suo omologo in carne e ossa. Che oltretutto ripete, in modo piuttosto inquietante, "io sono vivo, voi siete morti", con una diretta citazione da Ubik, altro capolavoro del grande autore americano.
Non si tratta di un incubo, ma di un prototipo funzionante realizzato dalla Hanson Robotics per la seconda volta. Curiosamente era già stato realizzato un primo robot nel 2005, il quale scomparve nel nulla durante un volo intercontinentale. In giro per la rete si legge che ne seguì una causa fra la compagnia di volo e la Hanson, che la seconda perse. Una vicenda degna delle migliore trame di Dick, tanto che verrebbe quasi da ipotizzare che in realtà l'androide abbia preso coscienza e fosse in fuga dal suo creatore.
In realtà, scherzi a parte, la Hanson si è rimboccata le maniche e, al costo di cinquantamila dollari, ha realizzato il nuovo prototipo, più sofisticato e in grado di interagire meglio nelle conversazioni. Sponsor dell'iniziativa l'emittente olandese VPRO, già produttrice del documentario The owl in the daylight, dedicato all'omomino romanzo che Dick stava componendo nel 1982 poco prima di morire.
Nei due video, un paragone fra la versione 1.0 e la 2.0 dell'androide PK Dick. Quello nuovo vi sembra più convincente?
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