Scritto da Robert Silverberg nella sua fase più creativa Shadrach nella fornace è un romanzo che descrive un mondo niente affatto piacevole: tirannia e degrado dominano le incerte esistenze degli uomini, insidiati da una terribile malattia genetica.
Dopo una lunga serie di sommovimenti politici (iniziati con l'eruzione del vulcano Cotopaxi) e la terribile Guerra dei Virus l'assetto politico del mondo è profondamente cambiato: il potere è detenuto da un dittatore mongolo, che ha assunto l'altisonante nome di Genghis II Mao IV Khan, e governa dalla capitale Ulan Bator.
Il codice genetico umano è stato corrotto e ciascuno vive sotto l'incubo del Decadimento Organico, malattia che può scatenarsi in ogni momento e portare inevitabilmente alla morte.
L'antitodo Roncevic garantisce, se assunto regolarmente, di mantenere latente la bomba a tempo annidata nel codice genetico, ma le scorte sono scarse e solo pochi possono accedervi.
Nato nel ghetto di Filadelfia Shadrach Mordecai ha attraversato il periodo più triste della storia umana riuscendo ad entrare nell'élité politica del pianeta, ora è il medico personale del dittatore del mondo, il Presidente Genghis II Mao IV Khan, e ha accesso ai medicinali che evitano lo scatenarsi del Decadimento Organico.
Questo ha, ovviamente, un prezzo salato: la corte del dittatore mondiale è un groviglio di intrighi, il minimo sbaglio può diventare un biglietto di sola andata per la banca degli organi, inoltre Shadrach ha diversi sensori innestati nel corpo, che gli permettono di controllare le funzioni vitali di Genghis Mao in tempo reale.
Ossessionato dalla sopravvivenza personale il dittatore mondiale, grazie a una serie continua di trapianti, ha superato i novanta anni in ottime condizioni, inoltre ha messo in atto tre programmi di ricerca mirati a garantirgli l'immortalità.
Il progetto Talos prevede di trasferire una copia digitalizzata di Genghis Mao in un automa avanzatissimo, indistinguibile dall'originale e immune dal decadimento fisico.
Il progetto Fenice tende invece a trovare un modo per rigenerare le cellule, specialmente quelle cerebrali, in modo da garantire il rinnovamento continuo dell'organismo.
Il terzo, e più sinistro, progetto è Avatar, che prevede il trasferimento della personalità del dittatore in un corpo giovane e perfetto, che possa garantire decenni di buona salute; il prescelto per questo dubbio onore è Mangu, che crede di essere destinato a succedere a Genghis Mao ma non immagina che solo il suo corpo siederà sul trono.
Shadrach nella fornace è un romanzo spietato, che mette a nudo la voracità del potere, come già in Vertice di immortali (To live again, 1969) Silverberg parla del desiderio di immortalità e di come il potere riesca a corrompere, anche se la figura di Shadrach riesce a mantenere un barlume di umanità che nei protagonisti di Vertice di immortali è totalmente assente.
Il romanzo è giocato prevalentemente sulla psicologia dei protagonisti, oltre alle figure principali di Genghis Mao e del suo medico molti altri personaggi animano la storia, siano figure tragiche come Mangu, ciniche calcolatrici come Katya Lindman, direttrice del progetto Talos, o l'amante di Shadrach, Nikki Crowfoot, responsabile del progetto Avatar.
Siamo lontani dai canoni della fantascienza hard, Silverberg preferisce esplorare lo spazio interno, e lo fa da maestro, tratteggiando un arazzo grandioso anche se un po' pesante in alcune parti.
Shadrach nella fornace è stata una dele storie innovative che Silverberg ha scritto nel periodo dal 1967 al 1976, chi ama i risvolti psicologici delle storie adorerà questo romanzo, ma ritengo che anche gli amanti dell'avventura potrebbero leggere con piacere la lotta di Shadrach per evitare la fornace.
Nato a New York nel 1935 Robert Silverberg si interessò sin da giovanissimo alla fantascienza, già nel 1949 iniziava la pubblicazione della fanzine Starship, per poi debuttare come scrittore nel 1954 sulla rivista inglese Nebula Science Fiction, con il racconto Gorgon Planet.
Laureatosi nel 1956 in letteratura inglese alla Colombia University, lo stesso anno Silverberg vinse il premio Hugo autore più promettente, continuando a pubblicare, con il proprio nome o sotto pseudonimo, una serie di romanzi e racconti avventurosi, legati alle tematiche della space opera, sino al 1959.
Dopo un silenzio di sette anni Silverberg ritornò a pubblicare, con opere molto diverse e più mature, tra le quali possiamo citare Brivido crudele (Thorns, 1967), Ali della notte (Nightwings, 1969), Il tempo delle metamorfosi (A Time of Changes, 1971), Morire dentro (Dying inside, 1972) e Monade 116 (The man inside, 1971).
Deluso dalla fredda accoglienza riservata dal pubblico e dagli editori alle sue opere, che peraltro furono molto apprezzate dalla critica, Silverberg si chiuse di nuovo nel silenzio dal 1976 al 1980.
Qualcosa era però cambiato nel suo modo di scrivere, i nuovi romanzi erano più convenzionalie attenti alle esigenze del mercato, per quanto scritti con la consueta classe; a questo periodo appartiene il ciclo fantasy di Lord Valentine e quello di Gilgamesh, oltre ai tre romanzi ricavati dall'ampliamento di altrettanti racconti di Isaac Asimov.
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