Ian Banks è uno scrittore piuttosto versatile e, senza dubbio originale. Il suo romanzo La fabbrica degli orrori rimane uno dei più geniali esempi di letteratura di genere; incrociando la storia di un ragazzo apparentemente crudele con l'orrore di un passato rimosso ci rende partecipi di un mistero svelato solo nelle ultime pagine, e racconta il dolore di una negazione dell'identità senza mai scadere nell'ovvio.

In questa antologia presentata da Fanucci, Banks ci regala alcuni dei suoi lavori più strettamente fantascientifici. Il romanzo breve Lo stato dell'arte è una brillantissima satira della nostra società ambientato negli anni settanta, e racconta l'incontro tra l'astronave Arbitraria e il nostro pianeta. Usando il vecchio trucco di guardare al nostro mondo con occhi alieni, Banks ci offre una visione disincantata e spesso cinica del nostro sistema di vita. I personaggi si muovono in territorio minato, nella consapevolezza della barbarie in cui vive il nostro pianeta, arretrato fino all'inverosimile agli occhi di una razza che ha raggiunto la capacità di trascendere persino i limiti del proprio corpo...

Altro racconto appartenente al Ciclo della Cultura che potrebbe essere una sorta di seguito ideale del romanzo è Un dono dalla Cultura, una storia al limite tra il terrorismo e lo spionaggio, non priva di quell'umanità che contraddistingue tutti i lavori di Banks.

In Pulizia invece Banks ci offre una feroce satira sulla presunzione tutta americana di essere i migliori. Strani pacchi che contengono oggetti sconosciuti alla razza umana piovono dal cieloŠ e gli americani trovano un uso alternativo per gli oggetti che ritengono di essere i soli a possedereŠ

La più triste ma nel contempo la più bella storia dell'intera antologia è, a mio avviso Il discendente una dolorosa metafora della volontà umana di trascendere i limiti del proprio corpo attraverso la tecnologia. Pezzo contiene alcune riflessioni dell'autore, sotto forma di monologo sulla contrapposizione tra scienza e fede, considerazioni non del tutto sconosciute al lettore attento che ha avuto modo di leggere tra le righe dei suoi romanzi.

In definitiva direi che si tratta di un'antologia molto interessante e pertanto consigliata a tutti gli appassionati di fantascienza, in particolare a quelli che hanno amato le disgressioni sociologiche di Robert Sheckley al quale Banks pare in parte ispirarsi.