Continuano le proposte italiane della Nord con il seguito del libro d'esordio di Fabiana Redivo. Prosegue quindi la storia del mago Derbeer e dei suoi compagni, che sono impeganti ora in una vera e propria impresa: riportare l'equilibrio tra i quattro Spiriti degli Elementi, cacciando dalla creazione la Madre delle Distruzioni, l'Oscura Soth. La compagnia fomatasi nel Figlio delle Tempeste è adesso in fuga e porta con sé la regina ammalata che Elias e Derbeer devono salvare. Durante il viaggio i protagonisti prendono consapevolezza dei propri compiti e del proprio destino, vengono inquadrati in un disegno di ampio respiro che pian piano sta prendendo forma. E' un quadro generale che, al di là delle motivazioni immediate - salvare la regina, prepararsi alla guerra, riuscire a conquistare il regno di Afra - mostra intrecci più sottili: così è facile trovare figure positive là dove l'Oscurità ha contaminato tutto, mentre continuano gli intrighi ed i sotterfugi forieri di paure e disarmonie negli animi dei nostri beniamini. Al di sopra di questo disegno si muove il tema generale cui si accennava all'inizio: la consapevolezza che è l'equilibrio la chiave di tutto. Le rivalità tanto forti nel Figlio delle Tempeste sono per il momento accantonate, tutti si uniscono a far fronte comune contro il nemico: persino gli Spiriti di Aria, Acqua e Terra, gettano le basi per un'alleanza, mentre lo Spirito del Fuoco comprende i suoi errori, fa marcia indietro sul suo comportamento e cerca di salvare il salvabile. Pare dunque questo il messaggio dell'autrice: "La Madre delle Distruzioni è la negazione di ogni possibile equilibrio".
E' un romanzo che non delude (sebbene il ciclo sia ancora incompiuto, e questo non sia in grado di fare "storia a sé"); l'autrice riesce a destreggiarsi meglio che non nel suo libro d'esordio: sono sempre presenti i sololoqui dei personaggi, rimane qualche ingenuità nella trama, ma nel complesso le idee e le trovate sono buone, e, soprattutto, raccontate in modo più scorrevole e coinvolgente rispetto al primo romanzo. Si riscontra inoltre qualche punto rindondante, ci sono frasi che descrivono avvenimenti già raccontati o che il lettore conosce già perché li ha facilmente dedotti da solo, e questi punti distolgono dal filo generale della narrazione. Infine manca qualcosa per convincere appieno il lettore; forse i personaggi non sono ancora completamente se stessi: di certo comunque l'effetto globale è migliorato molto. E ciò non può essere che di buon auspicio per la terza parte della saga.
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